Trattamento delle acque reflue urbane: misure più stringenti
A cura della redazione
Il 5 novembre, il Consiglio Europeo ha dato il via libera definitivo alla revisione della direttiva dell’UE sul trattamento delle acque reflue urbane. L'obiettivo principale è aumentare la protezione delle risorse idriche e della salute pubblica.
Di cosa si tratta:
La direttiva prevede quattro tipologie di trattamento delle acque:
- Trattamento primario: rimozione dei rifiuti solidi tramite sedimentazione e filtrazione;
- Trattamento secondario: riduzione della materia organica biodegradabile;
- Trattamento terziario: riduzione di nutrienti come azoto e fosforo;
- Trattamento quaternario: eliminazione di microinquinanti come farmaci, pesticidi e altri composti organici e inorganici;Entro il 2035, gli agglomerati urbani con almeno 1.000 abitanti equivalenti dovranno adottare il trattamento secondario. Gli impianti che servono più di 150.000 abitanti dovranno implementare il trattamento terziario entro il 2039, mentre il trattamento quaternario sarà obbligatorio entro il 2045.
Le principali novità della direttiva includono:
- Obbligo di raccogliere e trattare le acque reflue provenienti da tutti gli agglomerati con oltre 1000 abitanti equivalenti;
- Estensione del monitoraggio a un numero maggiore di parametri, includendo inquinanti chimici come le sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate (PFAS), microplastiche, agenti patogeni come virus e batteri, e la resistenza antimicrobica;
- Promozione al riutilizzo delle acque trattate per ridurre la captazione di acqua dolce dai corpi idrici superficiali e sotterranei, contribuendo alla gestione sostenibile delle risorse idriche;
- I produttori di determinate sostanze saranno responsabili di contribuire ai costi del trattamento quaternario. Dovranno fornire informazioni sull'impatto dei loro prodotti sulle acque reflue, versare un contributo finanziario e collaborare con gli impianti di trattamento;
- Gli impianti di trattamento delle acque dovranno effettuare audit energetici ogni 4 anni e adottare misure per ridurre il consumo energetico, aumentando la produzione di energia rinnovabile. L’obiettivo è che, entro il 2045, gli impianti che servono più di 10.000 abitanti equivalenti utilizzino solo energia rinnovabile, come biogas ed energia solare;
- Pubblicazione online di informazioni dettagliate sul trattamento delle acque reflue urbane per agglomerati con oltre 1.000 abitanti equivalenti. Questi dati includeranno costi, consumo e produzione di energia, emissioni di gas serra e impronta di carbonio, con dettagli resi disponibili agli utenti, ad esempio sulle fatture.
Conclusione
La nuova direttiva rappresenta un importante passo avanti nella tutela dell’ambiente e della salute pubblica, promuovendo un trattamento più efficiente e sostenibile delle acque reflue. Le misure dovranno essere recepite dagli Stati Membri entro 31 mesi e dovranno garantire una gestione idrica più responsabile, migliorando l'accesso ai servizi igienici e puntando a una transizione energetica verso fonti rinnovabili. La trasparenza e il coinvolgimento dei produttori rafforzano l'impegno per un futuro più sostenibile.
Riproduzione riservata ©