I Disturbi muscolo scheletrici (DMS) a trent’anni dall’ uscita della 626/94, continuano a farla da padrone (70,2%) rispetto al totale delle malattie professionali denunciate in Italia nel 2022. La notizia che hanno subito un aumento del 6,3 % rispetto all’ anno precedente e che rappresentino da sempre la principale causa di invalidità permanente (66,5%) può e deve far riflettere. Numeri importanti a cui anche la norma, sembra non aver dato il contributo sperato.I settori da sempre considerati come a rischio, stanno registrando aumenti occupazionali importanti negli ultimi anni. I bonus edilizi e soprattutto la logistica vedono aumenti significativi. Cosa stanno facendo i datori di lavoro ( e cosa possono ancora fare)  per ridurre questa pervasiva sfida alla sicurezza ?

Cosa tratta:

Ad oggi gli sforzi e i relativi ambiti di miglioramento, rispetto ai ben noti disturbi muscolo scheletrici possono essere riassumibili su tre grandi categorie di intervento:

1. La riduzione del rischio

2. Cultura della sicurezza

3. Innovazione

Proviamo ad analizzarli insieme.

La riduzione del rischio.

Appare strano parlare ancora di riduzione di un rischio che dopo anche solo 15 anni dall’ uscita del Testo Unico D.lgs. 81/08 dovrebbe quanto meno essere sotto controllo e considerabile come rischio residuo. Gli aspetti relativi alla valutazione del rischio non hanno di fatto aiutato le aziende a ridurre e prevenire i rischi. La valutazione ex NIOSH, ad oggi UNI 11228, è estremamente complessa (se fatta bene). Parliamo di valutazioni di movimenti singoli. L’uomo non è un robot e le attività non sono fatte di singoli movimenti. Inoltre i movimenti più pericolosi sono spesso quelli meno utilizzati e per questo non menzionati nelle fasi di valutazione. Spesso il compromesso è dietro l’angolo ed i risultati della valutazione dei rischi non aiutano a innescare il processo di miglioramento ed offrire quegli approfondimenti chiave che possono migliorare fattivamente la prevenzione della specifica mansione. Ad oggi sono poche le organizzazioni che possono dire di avere analizzato nel dettaglio il rischio MMC e di poter prevenire con successo i DMS a seguito di una buona VR. Le organizzazioni più grandi (maggiori di 1000 dip.) sono generalmente più efficaci nel mitigare il rischio DMS, perché dispongono di sistemi di gestione, policy, ma anche semplicemente di più risorse per adottare soluzioni tecnologiche e tecnologie dedicate. Al contrario le criticità maggiori sono facilmente reperibili nelle piccole e medie organizzazioni, proprio per la mancanza degli strumenti e delle risorse prima elencate.L’implementazione di programmi di prevenzione o di ergonomia dei DMS, che consenta a datori di lavoro e RSPP di disporre di metodi di monitoraggio dei rischi relativi ai DMS sui posti di lavoro, appare ancora molto lontana dalle realtà imprenditoriali italiane e potrebbe essere il primo concreto passo verso l’adeguamento.Anche creare e sviluppare codici di comportamento può aiutare a definire le responsabilità dei lavoratori e le regole da seguire per evitare l’insorgenza dei DMS.

La cultura della sicurezza.

Sebbene i termini “cultura della sicurezza” siano ormai molto abusati, è necessario nell’ ambito dei disturbi DMS, farvi ancora una volta ricorso. La cultura della sicurezza è un insieme di valori, atteggiamenti e comportamenti che mirano a prevenire, in questo specifico caso i vari DMS. Nell'ambito dei rischi lavorativi collegati ai DMS, la cultura della sicurezza si basa su alcuni principi fondamentali, tra cui la consapevolezza del rischio. E’ importante che i lavoratori siano consapevoli dei rischi associati all'utilizzo dei DMS, dei numeri del fenomeno. Dell’ importanza dei disturbi e delle conseguenza spesso molto serie e inguaribili. Occorre ancora lavorare molto sulla consapevolezza. Esempio ne siano ad esempio tutti i rischi collegati alla sedentarietà di cui si parla molto poco ( o nulla). Già dagli anni ottanta dello scorso secolo, veniva appurato che la sedentarietà può causare disturbi muscoloscheletrici, come lombalgia, cervicalgia e tendiniti, oltre ad una serie importante di altre patologie (obesità, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, alcuni tipi di tumore, problematiche relative alla salute mentale ecc.). La cultura della sicurezza dovrebbe imporre una serie di misure preventive, considerabili come basilari quali : fare pause frequenti per muoversi, fare attività fisica durante il tempo libero, utilizzare sedie e tavoli che abbiano un’ergonomia corretta. La cultura impone che la responsabilità sia condivisa tra i lavoratori e le organizzazioni. I lavoratori hanno la responsabilità individuale:  ogni lavoratore è responsabile della propria sicurezza  e nel caso dei DMS devono porre la massima attenzione a non sviluppare malattie professionali che possono cambiare la loro vita. Si è visto soprattutto in Nord Europa, che è molto importante che i lavoratori collaborino tra loro per prevenire i DMS. Le organizzazioni dal canto loro, possono contribuire a ridurre i rischi DMS adottando misure come il promuovere l'attività fisica, formare, informare e soprattutto il promuovere l'ergonomia. Il coinvolgimento e la partecipazione dei lavoratori nella definizione e nell’ attuazione delle misure preventive, può di fatto cambiare abitudini e malcostume.Il cambio culturale di questi anni infine deve riguardare i rischi psicosociali, recentemente inseriti anche all’ interno della nuova norma ISO 11228. Il rischio Stress Lavoro Correlato aggrava e di molto i disturbi DMS.La stragrande maggioranza dei lavoratori, riferisce che i fattori di rischio psicosociali (salute mentale, affaticamento, mancanza di autonomia su tempi/metodi, mancanza di personale) contribuiscono in maniera determinante ai DMS sul posto di lavoro.

Innovazione (e collaborazione)

Abbiamo già accennato a soluzioni più ergonomiche, ad un maggior utilizzo della formazione ed informazione e per quanto riguarda l’innovazione non possiamo non citare la valutazione strumentale e in tempo reale del rischio da sovraccarico biomeccanico. E’ una metodologia che utilizza strumenti tecnologici per misurare e valutare l'esposizione dei lavoratori ai rischi biomeccanici associati alla movimentazione manuale dei carichi (MMC). Queste nuove e moderne metodologie consentono di superare alcuni limiti dei metodi tradizionali di valutazione del rischio biomeccanico, che si basano principalmente su valutazioni soggettive da parte dei lavoratori o su valutazioni qualitative delle posture e dei movimenti, soprattutto singole. La valutazione strumentale e in tempo reale del rischio da sovraccarico biomeccanico si basa sull'acquisizione di dati fisici relativi all'attività lavorativa, come ad esempio:

  1. La posizione e il movimento del corpo del lavoratore;
  2. La forza applicata dal lavoratore;
  3. La frequenza e la durata dei movimenti.

Questi dati vengono acquisiti tramite sensori indossabili o installati nell'ambiente di lavoro. I dati vengono poi elaborati da algoritmi informatici per calcolare il livello di rischio biomeccanico. La valutazione strumentale e in tempo reale del rischio da sovraccarico biomeccanico offre diversi vantaggi rispetto ai metodi tradizionali, tra cui:

  • Maggiore accuratezza e affidabilità dei risultati;
  • Possibilità di monitorare il rischio in tempo reale;
  • Possibilità di identificare i fattori di rischio specifici;
  • Possibilità di valutare l'efficacia delle misure di prevenzione adottate.
  • Immagine di Sensori indossabili per la valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico

La valutazione strumentale e in tempo reale del rischio da sovraccarico biomeccanico è una metodologia relativamente innovativa, se ne parla da qualche anno che sta diventando sempre più diffusa e può essere utilizzata per migliorare la sicurezza dei lavoratori nelle attività di MMC, riducendo il rischio di infortuni e malattie professionali, provando a dare maggiore certezze ad una valutazione del rischio spesso “problematica” e comunque complessa.
In generale tutte le tecnologie di sollevamento ad oggi implementate e implementabili (esoscheletri, bracci robotizzati, sistemi di sollevamento intelligenti, ecc) per prevenire i DMS, sono risultati a vario titolo efficaci nel garantire la prevenzione da malattie e disturbi DMS.E’ necessario che queste BAT/migliori pratiche siano più conosciute e diffuse nelle organizzazioni. In generale l’innovazione richiama la digitalizzazione e quindi una maggiore comunicazione sul posto di lavoro, la conoscenza e l’uso di soluzioni tecnologiche che possano permettere di migliorare i metodi per monitorare i DMS, quantificare i fattori di rischio psicosociali, monitorare e valutare continuamente i fattori di rischio fisico, condividere le BAT/migliori pratiche anche al di fuori dell'organizzazione e comprendere le esigenze specifiche dei lavoratori. Anche semplicemente raccogliere e rispondere regolarmente ai feedback dei lavoratori, misurare i progressi di un programma DMS e della cultura della sicurezza, monitorare l'impatto, l'efficacia delle soluzioni, il ritorno sull'investimento e il cambiamento anno dopo anno può di fatto rappresentare una nuova era per le problematiche relative ai DMS.