Welfare per artigiani veneti: rafforzati i sistemi di previdenza complementare e sanità integrativa
A cura della redazione

La Confartigianato imprese Veneto, la CNA Veneto e la Casartigiani del Veneto hanno siglato con le OO.SS. due accordi (il primo valido dal 1° aprile 2017 al 30 giugno 2019, mentre il secondo dal 1° febbraio 2017 al 28 febbraio 2019) rispettivamente per le imprese artigiane del comparto alimentari e panificazione e per quelle del comparto della chimica, gomma, plastica e vetro, mediante i quali sono state rafforzate le misure di welfare integrativo.
Più precisamente gli accordi intendono incrementare i sistemi di previdenza complementare e di sanità integrativa rivolti ai lavoratori di alcuni settori del comparto.
In merito alla previdenza complementare, le parti hanno concordato che, a partire da aprile 2017, il datore di lavoro è tenuto a versare mensilmente la somma di 26 euro (quindi 312 euro annui) per operai, impiegati e quadri (per gli apprendisti la quota è pari a 10 euro mensili).
L’importo consentirà al lavoratore di aderire ad un Fondo negoziale di previdenza complementare dell’artigianato: la scelta del lavoratore potrà ricadere sul Fondo nazionale FON.TE, oppure sul Fondo regionale Solidarietà Veneto.
Invece, relativamente alla sanità integrativa i contratti collettivi regionali in questione hanno disposto il definitivo superamento delle disposizioni previste dal CCNL di categoria concernenti l’applicazione del Fondo SAN.ARTI (il Fondo per i lavoratori del settore artigiano). Tutte le prestazioni obbligatorie di natura sanitaria sono infatti assicurate dal Fondo regionale SANI.IN.VENETO (Sanità Integrativa Veneto), costituito nel 2013 dalle parti sociali venete con lo scopo di erogare migliori prestazioni con minori costi di gestione e maggiore trasparenza.
Il fondo, che si ispira ai principi di solidarietà e di assistenza, consente di indennizzare quelle prestazioni che riguardano: interventi chirurgici; l’area diagnostica; visite specialistiche; l’area fisioterapia; l’area odontoiatria; l’area dell’ottica; l’area della non autosufficienza e le protesi. Dal 2017 con un contributo aggiuntivo la tutela può essere estesa anche ai familiari.
Si segnala inoltre che le citate parti sociali hanno raggiunto un’intesa (datata il 1° settembre 2016) anche in materia di apprendistato. Infatti, un accordo interconfederale regionale ha sancito l’obbligo per i datori di lavoro di versare una quota pari a 250 euro annui per la previdenza complementare di ogni apprendista.
Inoltre, dal 2017 anche gli apprendisti avranno accesso alle prestazioni di natura sociale erogate dall’EBAV (l’Ente Bilaterale dell’Artigianato Veneto). La cifra spendibile dal lavoratore apprendista varia a seconda della sua permanenza all’interno dell’impresa: 400 euro il primo anno, 500 euro il secondo anno e 600 euro il terzo anno.
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