I dieci anni di residenza richiesti sia ad italiani che stranieri per ottenere Il reddito di cittadinanza sono troppi essendo sufficiente una presenza in Italia di almeno cinque anni.Con la sentenza n. 31 del 20 marzo 2025 la Corte costituzionale dichiara illegittima la norma sul reddito di cittadinanza che prevedeva il requisito della residenza decennale in Italia nei confronti degli stranieri richiedenti. La sentenza presenta un valore di principio interessante anche se inefficace dal punto di vista pratico dal momento che la disciplina sul Rdc è stata abrogata dal 2024 e rimpiazzata dall'assegno di inclusione e dal supporto formativo.L'intervento della Consulta ci fa però capire che una prestazione come il Rdc non è una misura puramente assistenziale cioè di solo supporto di vita per quelle persone in povertà bisognose di aiuti economici. Si tratta di una misura che nel dare un aiuto economico limitato nel tempo (massimo 18 mesi) si proponeva di consentire al beneficiario l’integrazione nel mercato del lavoro fungendo quindi da misura di politica attiva.Ciò a differenza ad esempio, precisa la Corte, con l’assegno sociale per il quale è richiesta la residenza in Italia in un arco di tempo abbastanza lungo cioè almeno dieci anni, perché l’erogazione di una misura solo assistenziale deve trovare una ragione valida solo se il beneficiario in passato ha concorso a fornire allo stato di residenza un contributo apprezzabile per il suo sviluppo e progresso.Pertanto, precisa la Corte, il gravoso termine del pregresso periodo decennale di residenza non appare ragionevolmente correlato alla funzionalità principale che si proponeva il Rdc, cioè la collocazione nel mondo del lavoro e ciò finiva per porlo in violazione dei principi di eguaglianza, di ragionevolezza e proporzionalità di cui all’art. 3 Cost.Perciò un congruo termine di soggiorno di almeno 5 anni è quello che può rendere legittimo uno strumento di sostegno analogo al Rdc ed oggi rappresentato dall’assegno di inclusione che lo ha sostituito in parte, avendo ristretto la platea dei beneficiari e abbassato il valore della prestazione di sostegno.In definitiva la sentenza della Corte costituzionale ha l’effetto di abolire nei riguardi di qualsiasi cittadino, sia italiano, sia degli altri Stati membri, sia di Paesi terzi, l’efficacia erga omnes del requisito della residenza decennale per poter aspirare a percepire una misura di sostegno economico mista ad una finalità di inserimento lavorativo.