Welfare legato ad obiettivi aziendali: si può
A cura della redazione

Un Piano Welfare che subordina l’accesso dei dipendenti ai vari servizi in esso contenuti al raggiungimento di determinati obiettivi di performance individuale e/o aziendale, con espressa indicazione del “credito welfare” attribuibile in funzione del livello di ottenimento di tali obiettivi, è legittimo.
È quanto asserito dalla Direzione Regionale lombarda dell’Agenzia delle Entrate, con la risposta all’interpello n. 904-791/2017.
In particolare, il Piano Welfare esaminato era strutturato su due anni e prevedeva, per il primo anno, di assegnare a ciascun dipendente 1.500 euro al raggiungimento del 100% di un obiettivo individuale, con riduzione proporzionale della somma in caso di raggiungimento di un risultato inferiore. Per il secondo anno, invece, l’assegnazione del credito di 1.500 euro sarebbe avvenuta al raggiungimento di un obiettivo aziendale in termini di fatturato e, in caso di risultato inferiore, la somma sarebbe stata riproporzionata ad una determinata percentuale della RAL individuale. Rimaneva fermo, in ogni caso, che il budget di spesa figurativo (c.d. credito welfare) non era rimborsabile e, pertanto, in caso di non utilizzo non sarebbe stato convertito in denaro.
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