Welfare aziendale in crescita nelle PMI
A cura della redazione

L’emergenza sanitaria in atto se da un lato ha portato con se paure e smarrimento in merito ad una sicurezza “sociale” dall’altro ha portato ad una maggior consapevolezza e un cambio di passo, in merito alle proposte di welfare aziendale che negli anni si sono succedute, arrivando ad una platea imprenditoriale forse non ancora matura nel comprendere a pieno i benefici di questa tematica.
Le imprese si sono rivelate un punto di riferimento per la comunità, soprattutto quelle che pioneristicamente avevano già introdotto il welfare aziendale in azienda, fornendo informazioni e materiali di tipo sanitario ai lavoratori, attivando canali di supporto e servizi di consulto medico e assistenziale a distanza. Oltre al segmento medico, le imprese hanno anche investito sulla formazione e misure a sostegno dell’istruzione dei figli, compensando in parte le note carenze italiane sul fronte educativo e agevolando la mobilità sociale, non ultimo, favorendo le difficoltà dei più giovani nel mondo del lavoro.
Questa attenzione e crescita del welfare aziendale, in questi ultimi 5 anni è praticamente raddoppiata, passando dal 25,5% del 2016 al 52,3% del 2020 (fonte Welfare Index Pmi di Generali Italia). Crescita che va riconosciuta, con un merito particolare anche ai governi passati che, introducendo particolari incentivi fiscali, hanno di fatto favorito le parti sociali permettendo accordi strutturati legati sempre più al benessere della persona.
Questi numeri in crescita fanno ben sperare che l’intero comparto si stia orientando verso una consapevolezza che è alla base dei principi del welfare aziendale che mira ad una centralità dell’individuo nel contesto lavorativo, favorendolo nella quotidianità della vita, senza tralasciare l’aspetto lavorativo e produttivo.
Riproduzione riservata ©