Il welfare sta conquistando sempre più spazio nei contratti di lavoro.

Le piccole e medie imprese hanno più difficoltà a garantire pezzi di welfare nei contratti di lavoro, rispetto a grandi aziende e a contratti più strutturati. Il numero di lavoratori più  basso e lo spuntare servizi a prezzi agevolati è più complicato.

Nuove filosofie nascenti ed innovative non si limitano a fornire ai dipendenti voucher, sconti nelle palestre, asili a prezzi accattivanti, ma aiuterebbero i singoli lavoratori ad affrontare i problemi reali della vita di tutti i giorni. L’idea nascente è quella di affidarsi a servizi di prossimità offerti dalle tante cooperative sociali presenti sul territorio senza disdegnare quanto offerto dal pubblico.

Fondamentale è l’analisi del bisogno della persona, che non è dettato spesso dall’essere a  caccia di palestre o asili nido che  offrano sconti, ma alla considerazione di quanto offrono le cooperative sociali. Sono molte ormai e vicine. In questo modo possiamo rispondere a bisogni fatti su misura per il singolo. E tra i tanti servizi offerti c'è anche l'assistenza fiscale, la certificazione del reddito ISEE e necessità fondamentali e semplici, come l'idraulico, il muratore, chi fa lavori a casa, l'elettricista. Tutti servizi essenziali per chi si trasferisce per lavoro.

In un Paese in cui l’offerta di servizi è scarsa e obsoleta e in cui non è ancora maturato un mercato privato, offrire solo moneta rappresenta un rischio di dispersione delle risorse e una mancata opportunità per far evolvere un sistema di servizi di qualità che esiste, ma che è abituato a lavorare esclusivamente per il cliente pubblico. Il rischio reale è disperdere risorse tra buoni sconto e convenzioni con catene di palestre, perdendo la grande occasione di attivare risorse aggiuntive a servizio di un sistema di servizi pubblici in difficoltà.

Si affacciano iniziative nuove ed interessanti come per esempio quella  dedicata ai figli dei dipendenti. Niente borse di studio, ma un servizio per aiutare i ragazzi a decidere il percorso lavorativo, scolastico o universitario. Un di più che somiglia a una manna in un'epoca in cui i giovani appaiono disorientati. Un successo se si pensa che oggi solo 1 giovane su 4 sceglie il percorso di studi pensando alle reali possibilità occupazionali e l’80% non sa quali siano le competenze più richieste. E soprattutto un supporto per i genitori sempre ansiosi sul futuro dei figli.