Subordinazione: si valuta l'incarico e le caratteristiche dell'impresa
A cura della redazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza 14/05/2009 n.11207, ha deciso che ai fini della distinzione tra rapporto di lavoro autonomo e subordinato, il requisito della subordinazione, non può essere valutato in astratto, ma deve essere apprezzato in concreto, con riguardo alla specificità dell'incarico conferito al lavoratore e al modo della sua attuazione, nonché alle caratteristiche organizzative e dimensionali dell'impresa datoriale.
Più precisamente secondo la Suprema Corte è errato affermare che l'accertamento della subordinazione deve avere ad oggetto solo l'eterodirezione (intesa come soggezione al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del datore di lavoro) cosi che in sua assenza gli altri indici sistematici di tale contratto non assorgono ad una valenza probatoria inequivoca idonea a far qualificare subordinato il rapporto di lavoro.
Tale statuizione è errata in quanto, con riferimento proprio all' eterodirezione l'orientamento dominante è concorde nel ritenere che tale elemento non costituisce un dato di fatto elementare quanto piuttosto una modalità di essere del rapporto di lavoro, potenzialmente desumibile da un complesso di circostanze richiedenti una complessiva valutazione che, nella qualificazione del rapporto di lavoro, deve avvenire con concreto riferimento alle sue modalità di espletamento ed ai principi di diritto ispiratori della valutazione compiuta allo scopo della sussunzione della fattispecie nell'ambito di una specifica tipologia contrattuale.
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