Rapporto di lavoro: il nomen iuris deve essere accompagnato da fatti concludenti
A cura della redazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14054 del 17 giugno 2009, ha stabilito che, ai fini della qualificazione del rapporto di lavoro come autonomo o subordinato, il nomen iuris attribuito dalla parti (al pari di altri elementi, come l'osservanza dell'orario di lavoro, la cadenza e la misura fissa della retribuzione, ecc.) ha carattere sussidiario, essendo elemento distintivo del rapporto di lavoro subordinato l'assoggettamento del lavoratore al potere direttivo e disciplinare del datore di lavoro.
L'elemento del nomen iuris attribuito dalle stesse parti assume rilievo decisivo ove l'autoqualificazione non risulti in contrasto con le concrete modalità di svolgimento del rapporto e risulta di maggiore utilità in tutte quella fattispecie in cui i caratteri tra due o più figure negoziali appaiono non tracciabili facilmente.
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