La tematica e le relative sociali evoluzioni del welfare aziendale, che si è trovato a cambiar pelle durante quest’anno ormai, non hanno trovato particolare interesse da parte del Legislatore. Occorrono politici che ne comprendano funzioni e finalità, mettendosi a disposizione delle aziende, dei consulenti del lavoro, dei provider e dei sindacati.

L’emergenza sociale generatasi dalla pandemia, può essere combattuta anche dal welfare aziendale quale strumento rilevante su più fronti, rimanendo un’opportunità sul piano sociale ed esternalizzando, sul piano economico, la possibilità di mettere in circolo nuove risorse per alcuni settori strategici per il nostro sistema, sottolineando altresì che al contrario della normale retribuzione, le cifre destinate al welfare aziendale non possono andare a risparmio e di norma devono essere spese dai lavoratori entro l’anno fiscale di riferimento.

Misure divenute strategiche per il dialogo tra le parti sociali e per lo sviluppo di formule innovative sul piano della contrattazione a tutti i livelli e, se collegato con progettualità territoriali, il welfare aziendale può anche assumere maggior importanza per quel che riguarda lo sviluppo sostenibile.

Appare pertanto auspicabile incentivare la diffusione e l’utilizzo di quelle prestazioni di welfare aziendale che hanno una vera ricaduta sociale. In questo modo il Legislatore avrebbe anche la possibilità di ampliare il paniere di misure defiscalizzate e senza che questo generi nuove spese per lo Stato.

Ci si riferisce in particolare agli interventi legati alla conciliazione vita-lavoro, dalle formule per l’assistenza agli anziani e ai disabili, fino alle misure per il sostegno ai genitori.

In questa fase di incertezza, appare opportuno incentivare la creazione di reti di aziende volte a favorire la diffusione del welfare anche nelle micro e piccole imprese e, dall’altro, a promuovere la nascita di progetti di welfare aziendale di prossimità, permettendo il sostegno di formule aggregative che consentono di dar vita a progetti capaci di ridurre le criticità, favorire economie di scala, aggregare la domanda e favorire un riposizionamento dei soggetti senza perdere di vista la dimensione solidale del welfare oggi.