Nel piano welfare possono essere inseriti beni e servizi di varia natura, agevolati fiscalmente se conformi al dettato dell’art. 51, c. 2 del TUIR, tra i quali anche un permesso di otto ore all’anno pagate dal datore di lavoro per curare il proprio cane o gatto.

E’ la curiosa iniziativa di una multinazionale del packaging in provincia di Verona destinata a beneficiare i 150 dipendenti ed inserita nel contratto integrativo che regolamenta il welfare aziendale.

Il permesso è destinato alla cura di qualsiasi animale domestico che necessita ad esempio di una visita veterinaria o di un intervento chirurgico.

L’azienda ha infatti riscontrato che sono diversi i dipendenti che possiedono un animale domestico ed ha rilevato quanto sia difficile conciliare i tempi lavorativi con gli orari degli ambulatori veterinari, dove peraltro, si rischia di restare a lungo in coda.

Tra gli altri servizi inseriti nel piano welfare figurano anche una persona incaricata a fare commissioni burocratiche, la lavanderia aziendale, la mensa, due giorni extra di congedo parentale e bonus natalizi per chi ha figli.

In Europa il tema del welfare aziendale dedicato agli animali domestici è molto sentito tra i lavoratori che ne possiedono uno.

Da una ricerca effettuata da Pets At Work Survey 2017, condotta in tutta l’UE è risultato che 7 lavoratori su 10, proprietari ad esempio di un cane, porterebbero volentieri l’animale al lavoro con sé, se questo fosse possibile.

A tal fine stanno crescendo le iniziative aziendali volte ad accogliere cani e gatti sui luoghi di lavoro. Oltre alle piccole aziende familiari, dove gli animali dei lavoratori sono quasi sempre accolti senza difficoltà, si stanno dotando di un regolamento apposito anche le aziende di maggiori dimensioni.