Nel welfare aziendale anche la formazione e la mobilità professionale
A cura della redazione
Secondo il Rapporto welfare Index PMI 2018, tra le priorità indicate dalle imprese per lo sviluppo del welfare aziendale, al primo posto c’è la formazione dei dipendenti sia specialistica o avanzata sia relativa a competenze non direttamente necessarie alle attuali mansioni professionali.
Rientrano nella formazione specialistica anche la partecipazione a convegni o giornate di studio, ma anche la formazione linguistica.
Invece, la formazione extra professionale include i corsi di cultura generale e artistica (musica, teatro e fotografia, per citarne alcuni), i master e la frequenza di business school per talenti, le borse di studio ed i viaggi di studio all’estero.
A questa formazione si aggiunge anche il contributo all’istruzione dei familiari.
Le imprese quindi hanno una duplice opportunità: da un lato aiutare le famiglie nell’istruzione dei figli allo scopo di raggiungere standard europei di completamento del percorso di studi fino al livello universitario e post universitario e dall’altro lato erogare ai lavoratori, e soprattutto ai giovani, la formazione necessaria a qualificarli per sostenere la mobilità professionale.
Dal punto di vista del beneficio fiscale e contributivo, questi benefit possono fruire dell’esenzione totale se fatti rientrare nell’art. 51, c.2, lett. f) del TUIR purchè siano offerti alla generalità dei dipendenti o a categorie di dipendenti e ai loro familiari (individuati nell’art. 12 del TUIR).
Se i fruitori sono solo i familiari del dipendente (si pensi ai contributi all’istruzione), i citati flexible benefit possono anche farsi rientrare nella successiva lett. f-bis) dell’art. 51 predetto.
E’ bene però non dimenticare che le due lettere si differenziano poiché solo quest’ultima (f-bis) consente al dipendente di ottenere dal datore di lavoro il rimborso spese, sempre che siano documentate (fattura, scontrino e ricevuta fiscale).
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