Secondo il rapporto Welfare Index 2018, promosso da Generali Italia con la partecipazione delle maggiori confederazioni italiane (Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni), tra le aree che hanno i tassi di iniziativa più elevati, ossia superiori al 40%, vi è quella dell’adozione di misure in materia di sicurezza e prevenzione degli incidenti, da intendersi aggiuntive a quelle obbligatorie previste dalla legge o dal contratto collettivo.

Più precisamente il 42,5% delle PMI attuano iniziative nell’area della sicurezza consistenti principalmente in: attività informative/educative; adozione di codici di comportamento e certificazioni volontarie.

Le attività informative/educative sono realizzate attraverso corsi specializzati che vengono offerti ai dipendenti al fine di renderli maggiormente consapevoli dei pericoli a cui possono andare incontro durante lo svolgimento della propria attività. Questi corsi sono aggiuntivi e più specifici rispetto a quelli dettati dal T.U. sicurezza.

Il 25,9% delle PMI adotta codici di comportamento consistenti in veri e propri regolamenti aziendali attraverso i quali il datore di lavoro si impegna a promuovere e diffondere la cultura della sicurezza, sviluppando la consapevolezza della gestione dei rischi, promuovendo comportamenti responsabili e preservando, soprattutto con interventi preventivi, la salute e la sicurezza di tutti i dipendenti e collaboratori. La violazione delle norme del Codice da parte del personale potrà costituire inadempimento alle obbligazioni primarie del rapporto di lavoro o illecito disciplinare, con le relative conseguenze di legge.

Infine, i datori di lavoro possono ricorrere alla certificazione volontaria per la sicurezza e la salute dei lavoratori (c.d. Ohsas 18001 che verrà sostituita dalla UNI ISO 45001). Dal punto di vista dei dipendenti, la certificazione è garanzia di lavorare in una realtà che considera centrale la salute e la sicurezza dei lavoratori, con ricadute positive in termini di motivazioni e soddisfazioni, che di solito producono un calo delle giornate di assenza e un miglioramento della produttività, oltre che di fidelizzazione, considerato che un lavoratore soddisfatto è meno propenso a cambiare azienda e questo comporta un risparmio dei costi richiesti dal turnover.