Licenziamento per offese all'impresa
A cura della redazione

È legittimo il licenziamento comminato al dipendente che pronunci affermazioni nei confronti del proprio datore di lavoro che ne compromettano l'immagine e la professionalità (Cass. Sez. La., sentenza n. 29008 del 10 dicembre 2008).
I giudici di legittimità sanciscono così il principio per cui le critiche rivolte all'impresa, sia pure, generalmente, lecite se espresse con civiltà e nel rispetto della verità oggettiva, non possono, in alcun modo, tradursi in una condotta lesiva della dignità e dell'immagine della stessa. Nel caso di specie, la Suprema Corte ha, pertanto, considerato come giusta causa di licenziamento la condotta del lavoratore che, nel corso di tre assemblee pubbliche, aveva, deliberatamente, accusato il proprio datore di lavoro di comportamenti e prassi totalmente contrari ai principi etici dell'azienda, venendo meno non solo agli obblighi di correttezza e buona fede di cui agli artt. 1175 e 1375 C.C. ma, altresì, all'obbligo di fedeltà di cui all'art. 2105 C.C.
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