Secondo il rapporto 2/2018 di Assolombarda, la maggior parte dei piani welfare viene finanziata dalle aziende attraverso un accantonamento di risorse destinato a questo specifico scopo, mentre in misura inferiore i benefit vengono scelti dai lavoratori a seguito di conversione del premio di risultato.

L’altra fonte di finanziamento dei piani welfare è costituita dalle risorse previste dal contratto collettivo nazionale applicato in azienda (si pensi ad esempio al CCNL metalmeccanici).

Dalla ricerca effettuata da Assolombarda è risultato poi che l’ammontare medio della spesa in welfare aziendale nel 2017 è stato pari a 558 euro e che le principali misure richieste dai lavoratori sono state quelle dirette a sostenere le spese per la scuola e l’istruzione (iscrizione dei figli, mensa, ecc.), al pari dei servizi rientranti nell’area culturale e ricreativa (iscrizione a corsi sportivi, musicali, ecc.).

In misura inferiore invece le somme percepite dai lavoratori e destinate alla previdenza complementare o all’assistenza sanitaria integrativa.

Interesse minimo è stato invece riservato alle spese per mutuo o finanziamento di vario tipo oppure per la mobilità (spese di viaggio).