Secondo il rapporto Censis Eudaimon del 2018, tra i benefit previsti da un piano di welfare aziendale che i lavoratori ritengono più utili, al primo posto ci sono le prestazioni afferenti all’area salute, con il 53,8% degli intervistati che vorrebbe beneficiare di un’assicurazione contro la malattia, la non autosufficienza e gli infortuni.

Al secondo posto l’utilità dei benefit cambia in relazione all’età degli intervistati. Infatti i lavoratori più giovani (c.d. millenials) mettono i buoni pasto, mentre quelli più adulti (c.d. baby boomers, ossia coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 64 anni) i versamenti contributivi alla previdenza complementare.

La distinzione tra le due categorie rimane anche per i benefit che si collocano al terzo posto della classifica. I giovani con figli preferiscono servizi in natura come asili nido, rimborsi spese scolastiche o campus estivi. Invece i lavoratori più anziani al terzo posto mettono i buoni pasto.

Gli interessi per lavoratori giovani e meno giovani convergono invece quando si tratta di convenzioni per acquisti a prezzi convenienti con negozi oppure riguardo ai buoni acquisto da spendere in abbigliamento, elettronica, ecc..

I lavoratori intervistati risultano meno interessati al rimborso degli abbonamenti per i mezzi di trasporto casa – lavoro, per i c.d. servizi salvatempo come le consulenze legali e fiscali (si pensi al CAF aziendale) e il supporto nello svolgimento delle attività quotidiane (colf, badante e baby sitter) e per i consumi quotidiani come gli abbonamenti a palestre, spazi benessere aziendali o convenzionati o per eventi ricreativi e culturali (gite, abbonamenti a cinema, teatro, ecc.).

Fanalino di coda dei benefit ritenuti utili si colloca l’erogazione di finanziamenti e prestiti da parte dell’azienda. Solo il 10,9% dei millenials lo ritiene un benefit utile contro l’8,2% dei baby boomers.