Oltre ad un’azione anche commerciale di presentazione, proposta, convincimento che i vari addetti ai lavori stanno sfruttando nella divulgazione del welfare aziendale, con la singolare complicità della pandemia in atto, che ha di fatto generato nuove sensibilizzazioni e curiosità alla tematica, si cerca di diffondere la cultura del welfare per spronare le piccole e medie imprese ad adottare le diverse ed interessanti soluzioni proposte. Gli appuntamenti a tema, più o meno blasonati e che si svolgeranno nell’anno in corso, hanno anche quest’obbiettivo di un’azione strutturata, sistematica e organizzata che deve partire da un’analisi sulla diffusione del welfare nelle PMI italiane, sulla corretta percezione e conoscenza soprattutto da parte dell’imprenditore che sarà interessato da un servizio personalizzato di misurazione del livello di welfare aziendale raggiunto dall’impresa a confronto con la media e i top di settore. Analisi, risultati e rapporti che dovranno essere certificati, riconosciuti e comunicati alle società di ricerche di mercato interessate per stilare un corretto grado di conoscenza, margine di azione e corretta diffusione. Un’azione mirata che deve anche considerare l’aspetto fondamentale del grado di conoscenza della forza lavoro impiegata in azienda di questa tematica, che ne riscontri il corretto utilizzo e gradimento dei servizi che negli ultimi anni hanno anche subito condizionamenti, se non vere metamorfosi, orientando i diversi bisogni delle persone verso la concretezza di supporti assistenziali per se e per i propri cari, senza tralasciare la sfera sanitaria e assicurativa.