E’ assodato che il welfare aziendale è in fase di trasformazione nella sua proposta di agevolazioni ed opportunità. Si prospetta un mondo nuovo su questa tematica e molti flexible benefits, ritenuti opportuni ed interessanti per la propria esistenza, con l’introduzione dello smartworking hanno di fatto subito un naturale declassamento, tra questi, ad esempio, gli abbonamenti al trasporto pubblico e l’auto aziendale in uso promiscuo. La nuova organizzazione del lavoro, per alcune aziende più virtuose è stata solo un’accelerazione di processi di rigenerazione interna già avviati, per la maggior parte, invece, è stato un ripensamento radicale dell’organizzazione del lavoro, mentre per altre si sta proponendo un nuovo approccio alla tematica per tanto tempo solo rimandata. L’azienda, intesa come luogo fisico, è sempre stata pensata come il fulcro anche del benessere dei lavoratori, con la cura degli spazi per renderli più accoglienti, i benefit quali asili nido e posti auto, la messa a disposizione di palestre e luoghi di interazione tra i lavoratori. Lo smartworking sta sconvolgendo gli investimenti fatti in questa direzione lasciando le aziende nella necessità di impostare sistemi di welfare periferici, quasi di prossimità ai propri lavoratori, e a rivedere i budget allocati su vari sistemi di flexible benefits, che lasceranno la possibilità ai lavoratori di costruire il proprio pacchetto welfare partendo da un budget predefinito.