La continua ricerca di una via d’uscita per una ripresa economica, ha fatto si che il mondo del lavoro si spronasse a trovare soluzioni fino ad ora mai immaginate con statiche situazioni che hanno finalmente avvicinato il mondo imprenditoriale e quello sindacale sempre nell’ottica di un equilibrio che l’emergenza sanitaria ha di fatto stravolto. Accordi per il godimento delle ferie pregresse, gli ammortizzatori sociali, nuove modalità di sottoscrizione a fondi e casse di assistenza sanitaria integrativa e ultimamaente campagne vaccinali da Covid che trovano le aziende interessate responsabili sempre a tutela dei propri lavoratori. Le aziende che in passato si erano manifestate più sensibili ed interessate alla tematica del welfare aziendale si sono trovate in uno stato di vantaggio, avendo già introdotto nei loro piani welfare soluzioni di formazione, cura e assistenza famigliare.  Un orientamento che ci si augura venga adottato anche dalle PMI su tutto il territorio nazionale. Ma, da dove partire? Sicuramente, come consigliato anche dagli esperti nella generazione di piani di welfare aziendale, è opportuno partire dai buoni acquisto e dai flexible benefits che si prevedono quale gradimento in continua ascesa. L’emergenza sanitaria ha poi spostato forzatamente il mirino verso soluzioni di previdenza complementare e verso una piena consapevolezza dell’utilità della tutela sanitaria integrativa. Aspetto degno di nota è la maturità raggiunta da molte aziende nel voler finalmente convertire il premio di produzione in soluzioni che solo il welfare aziendale può offrire, sia se gestiti da un regolamento aziendale che da una piattaforma elettronica, per le aziende più grandi, entrambe portatrici di vantaggi economici in termini di politica retributiva e risparmio fiscale.