In una situazione già complicata di suo, alimentata dall’ ormai nota pandemia da Covid-19 ci si augura che la classe dirigente italiana e, in prima battuta il Governo, trovino la giusta la fermezza e coerenza nell’affrontare consapevolmente, due situazioni che riguardano i poli dell’esistenza: la nascita e la vecchiaia. Il fenomeno della sempre più grave denatalità ha proporzioni molto pesanti anche se mitigabili, attraverso interventi da realizzarsi con metodo e in via sistematica, auspicando esiti favorevoli ma comunque con lunghe tempistiche.  Dopo anni e anni di superficiali azioni occorre ora programmare un ventaglio di iniziative, volte a favorire la procreazione. Reali incentivi fiscali per le famiglie, lo sviluppo capillare di strutture di accoglienza e di supporto per la prima infanzia, gli aiuti alla scolarizzazione, sono solo alcuni esempi affinché vengano individuate azioni concrete a sostegno della maternità. Il fenomeno del progressivo incremento dell’indice di vecchiaia della popolazione, dopo le dolorose battute d’arresto causate dal coronavirus, si auspica riprenda con slancio, facendo sempre più dell’Italia il primo Paese dell’Unione Europea, per aspettativa di vita. Il problema del sostegno all’inabilità da invecchiamento non é meno problematico di quello della denatalità, In quest’ottica, andrebbe inserito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza iniziative di semplificazione delle modalità di accesso alle strutture pubbliche per gli anziani; una revisione dei servizi domiciliari e una riqualificazione delle strutture residenziali. Sostegni all’inabilità da vecchiaia che non possono tuttavia basarsi solo su una razionale ed efficace rete pubblica, ma anche con un contributo dal mondo del welfare privato, in una collaborazione, tra Pubblico e privato.