I buoni carburante sono tra i benefit aziendali più diffusi che hanno il vantaggio di avere molteplici finalità: possono essere utilizzati come premio o come misura di welfare da riconoscere ai dipendenti oppure come omaggio da cedere ai propri clienti.

Ma in cosa consistono in pratica questi buoni? Semplificando sono benefit che consentono ai lavoratori di acquistare la benzina, il diesel, il GPL o il metano per il veicolo di proprietà (sia esso un’automobile, un motociclo oppure uno scooter) o per quello concesso in uso promiscuo dall’azienda, senza sostenere di tasca propria le spese per il carburante.

Ma il vantaggio non si ferma qui. Infatti per il lavoratore il valore dei buoni carburante è esente sia fiscalmente che contributivamente, purché entro il limite previsto dall’art. 51, c.3 del TUIR pari a euro 258,23, raddoppiato per il 2021. Se i buoni dovessero superare detto limite, anche in aggiunta ad altri beni o servizi in natura, l’intero valore verrebbe assoggettato a imposte e contributi.

Per fruire dell’agevolazione non è necessario che i buoni vengano offerti a tutti i dipendenti oppure ad una categorie di dipendenti, dato che possono essere concessi anche ad un solo lavoratore ed in modo discrezionale, prescindendo da accordi o regolamenti aziendali.

Invece per il datore di lavoro detti benefit possono essere portati in detrazione dal reddito d’impresa nella misura pari al 100% del costo sostenuto, sempre che venga rispettato il limite di 516,46, previsto per il 2021. Se detto valore di esenzione, più elevato rispetto a quello previsto dal TUIR, non dovesse essere prorogato, il limite torna ad essere quello originario pari a 258,23 euro.

Come si è detto all’inizio, i buoni carburante possono anche essere ceduti come omaggio ad un cliente. In questo caso l’azienda può dedurre il costo del buono benzina al 100%, perché considerato spesa di pubblicità e propaganda (art.108 del TUIR), in caso di importi fino a 50 euro.

Ma come devono essere utilizzati i buoni carburante? Spetta al datore di lavoro acquistare direttamente i buoni presso un distributore locale oppure ricorrendo ad una delle grandi aziende di rifornimento che offrono tale servizio (ENI, Total, Esso, ecc.).

Il lavoratore a cui sono stati concessi i buoni carburante non dovrà far altro che recarsi presso uno dei distributori dell’azienda che li ha emessi, effettuare il rifornimento di carburante per il proprio veicolo e presentarli per il pagamento.

I buoni carburante, al pari dei buoni pasto, possono essere sia cartacei che elettronici, ma a differenza dei ticket restaurant hanno il vantaggio di non essere nominali.

E’ bene ricordare che i buoni non utilizzati, entro la scadenza riportata sugli stessi, non danno diritto ad alcun rimborso e/o sostituzione con altro bene o servizio, inoltre non danno diritto a resto e non sono convertibili in denaro contante.