Ogni contesto di vita sociale, culturale ed economico, è stato completamente stravolto dall’emergenza Covid – 19. Un’emergenza che non potrà avere una data istituzionalmente concordata di fine, ma che si protrarrà negli atteggiamenti e nuove consuetudini anche nei prossimi mesi. Presto verificheremo un allentamento di questi atteggiamenti e consuetudini che non devono comunque distrarci da un’attenzione che dobbiamo a noi stessi e al nostro prossimo.

Si deve aprire ad una ricostruzione materiale e psicologica ridando agli italiani una speranza alimentata da proposte serie ed efficaci per la ripresa e il rilancio, partendo anche da un nuovo welfare sanitario. Le aziende devono poter prevedere un reale meccanismo di tutela, quantomeno di contenimento, in caso di pandemie come questa anche affiancandosi a società di gestione di piattaforme welfare che già si stanno allineando ed organizzando in nuove proposte di benefits sanitari. La sanità non dovrà più essere vista come un costo, bensì come una dei fondamenti per lo sviluppo della società economica e civile, con una popolazione sempre più anziana e bisognosa di cure e strutture ancora troppo carenti.

Si potrebbe partire da un nuovo accordo basato su una unità d’intenti per mettere a punto un sistema di salute globale che supporti le funzioni vitali dell’assistenza sanitaria in tutte le nazioni del mondo, con una riorganizzazione dei sistemi sanitari attraverso nuove regole che dovrebbero garantire un equilibrato rapporto tra domanda e offerta di servizi e tra bisogni e risorse disponibili.

L’Italia ha dimostrato che un sistema di salute pubblica, seppur con le ovvie migliorie che l’emergenza Covid – 19 ha fatto emergere, è una via assolutamente percorribile e che il supporto di una sanità integrativa e complementare contenuta in pacchetti di welfare aziendale opportunamente studiati, sono il completamento di servizi aggiuntivi che da solo lo Stato non è più in grado di offrire.