Crediti di lavoro: principio di cassa per interessi e rivalutazione
A cura della redazione

La Corte di Cassazione, con l’Ordinanza 06/12/2010 n. 24760, ha deciso che ai fini della tassazione degli interessi legali e della rivalutazione sui crediti da lavoro corrisposti al dipendente trova applicazione il principio di cassa.
La Suprema Corte pone così la parola fine alla controversia sorta tra l’Agenzia delle entrate ed un contribuente in merito alla corretta modalità di tassazione delle somme corrisposte al lavoratore a titolo di interessi e rivalutazione sui crediti di lavoro vantati dal dipendente.
In sostanza l’oggetto della discussione ha riguardato l’art. 1 del DLgs 314/1997 che ha modificato l’art. 46 del DPR 917/1986 e ha previsto a decorrere dal 1 gennaio 1998 che le somme liquidate ai sensi dell’art. 429 c.p.c. (crediti da lavoro) debbano essere considerate come reddito da lavoro dipendente e come tali tassati secondo il principio di cassa e non di competenza.
Poiché gli interessi legali e la rivalutazione sui crediti da lavoro, nella causa in esame, sono maturati prima del 31/12/1997, ma sono stati materialmente percepiti dal dipendente dopo tale data, è sorto il dubbio in merito al regime fiscale applicabile. Principio di cassa o di competenza?
Al fine di poter risolvere la questione i giudici di legittimità hanno inizialmente preso in esame la natura di dette somme arrivando alla conclusione che non esistendo altra disposizione del TUIR che possa assorbire gli importi dovuti a titolo di interessi legali e rivalutazione, debbano essere considerati come redditi di lavoro dipendente.
Una volta accertata la natura l’Ordinanza ha chiarito che la tassabilità di detti emolumenti non può essere che il regime applicabile al momento della riscossione.
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