Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per salute si intende lo stato di completo benessere fisico, psichico e sociale dell’individuo. Salute che nell’ultimo periodo la pandemia ha messo a dura prova accelerando di fatto anche la trasformazione di molte organizzazioni che si sono viste necessariamente costrette a progettare nuove politiche di welfare aziendale invitando le aziende ad includere il sostegno psicologico tra i benefits offerti ai propri dipendenti.

Un recente richiamo dell’OMS ha sottolineato che in Italia, soprattutto in Lombardia, ci siano segnali di forte disagio, con il peggioramento di chi già soffriva di qualche disturbo psichico da un lato e l’emergere di nuove difficoltà dall’altro. Pertanto, oggi più che mai le aziende devono prendersi cura delle proprie persone, mettendo al centro il loro benessere psicologico, prevedendo momenti di ascolto e un supporto specifico sia per chi è tornato sul posto di lavoro, sia per chi prolunga l’esperienza dello smart working.

Dovrebbero essere ricompresi dei programmi specificatamente orientati al benessere psicologico di chi si è stato più o meno colpito dalla pandemia, con delle iniziative spendibili in servizi psicologici e psicoterapeutici, per il lavoratore o i propri famigliari, presso strutture private o singoli professionisti scelti liberamente dal dipendente stesso. Un primo passo alla concreta possibilità di garantire un diritto fondamentale alla salute mentale e al benessere psicologico di ognuno di noi.