Secondo il rapporto welfare Index PMI 2020 la formazione professionale è l’attività più diffusa, praticata dal più di 1/3 delle PMI ed è in continua crescita dal 2016.

Si tratta dei soli corsi attuati dalle imprese per scelta autonoma, senza obblighi di legge o contrattuali. L’iniziativa prevalente è la formazione professionale specialistica avanzata, seguita dall’offerta di partecipazione a convegni e giornate studio. In via residuale troviamo la formazione linguistica.

Ma anche la formazione extra-professionale è di grande importanza, perché rafforza il background culturale dei lavoratori e ne agevola la mobilità professionale e sociale. Tuttavia quest’ultima resta poco diffusa, anche se vede una crescita lenta ma costante.

Ci s riferisce, in particolare, ai corsi e alle attività formative di vario genere, che spaziano dalla musica al teatro e alla cultura in senso lato, dai master e business school alle borse di studio per i dipendenti (1,3%), fino ad arrivare ai viaggi di studio all’estero.

Per molte imprese l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19 è stata l’occasione per sviluppare la formazione a distanza, sia professionale sia extraprofessionale.

Più precisamente ,sono state attivate piattaforme e attuati webinar con docenti esterni. In molti casi sono stati utilizzati nella didattica dipendenti esperti e con competenze riconosciute.

In altri casi sono stati offerti corsi legati al tempo libero, che spaziano dall’uso dei social media alla letteratura, da lezioni di musica a visite virtuali in città d’arte e musei, da corsi di yoga e fitness alla cucina regionale.

Le iniziative formative hanno favorito la crescita dei lavoratori, sviluppando tanto le competenze tecniche quanto le soft skills, e generando vicinanza in un momento di particolare rischio di isolamento.