Il disegno di legge "Collegato Lavoro", in attesa di approvazione definitiva al Senato, propone modifiche significative alle normative esistenti. Ecco un’analisi tecnica delle principali novità che potrebbero entrare in vigore.

Liberalizzazione della somministrazione per lavoratori a tempo indeterminato

Modifica dell’art. 31 del d.lgs. n. 81/2015

Se approvato senza emendamenti rilevanti, il Collegato Lavoro introdurrà una deroga sostanziale al limite del 30% di lavoratori somministrati o a termine rispetto all’organico complessivo di dipendenti a tempo indeterminato presso un’azienda. I lavoratori in somministrazione assunti a tempo indeterminato da un’Agenzia per il lavoro verrebbero esclusi dal calcolo di tale limite.

In altre parole, le aziende potrebbero avvalersi di lavoratori somministrati assunti stabilmente dall’Agenzia senza alcun vincolo quantitativo, liberalizzando di fatto questa forma contrattuale. Tuttavia, i limiti percentuali continuerebbero ad applicarsi ai lavoratori somministrati con contratto a termine. Questa modifica intende favorire la stabilità dei contratti di somministrazione presso le agenzie, garantendo alle imprese maggiore flessibilità nella gestione del personale.

Modifiche agli incentivi per la contrattazione aziendale

Introduzione di agevolazioni fiscali per accordi di secondo livello

Il Collegato Lavoro prevede ulteriori incentivi per la contrattazione collettiva aziendale, con misure dedicate alle imprese che adottano accordi migliorativi rispetto ai contratti collettivi nazionali. In particolare:

  • Le imprese che applicano contratti di secondo livello potrebbero beneficiare di un credito d’imposta per le voci retributive variabili, come premi di produttività e welfare aziendale.
  • Viene incentivata la flessibilità nelle condizioni di lavoro, rendendo la contrattazione aziendale uno strumento preferenziale per adattare le norme generali alle esigenze specifiche delle imprese.

Rafforzamento delle tutele nei licenziamenti

Incremento delle indennità risarcitorie previste dal d.lgs. n. 23/2015

Una delle disposizioni più rilevanti riguarda l’aumento delle indennità risarcitorie in caso di licenziamento illegittimo. Il nuovo testo prevede un range risarcitorio compreso tra 12 e 36 mensilità, superando il limite massimo attuale. Questa modifica è stata progettata per aumentare la deterrenza contro i licenziamenti abusivi, rafforzando i diritti dei lavoratori e garantendo un livello di protezione maggiore.

Nuovi criteri per i contratti a termine

Aggiornamento delle causali e riduzione delle proroghe

Il disegno di legge introduce criteri più stringenti per l’utilizzo dei contratti a termine:

  • Saranno definite nuove causali obbligatorie per il rinnovo di contratti superiori ai 12 mesi, con un focus sulla specificità delle esigenze produttive.
  • Il numero massimo di proroghe applicabili a un contratto a termine verrà ridotto da cinque a tre.

L’obiettivo dichiarato è limitare l’abuso dei contratti temporanei, favorendo forme contrattuali più stabili.

Estensione degli ammortizzatori sociali

Ampliamento delle categorie beneficiarie

Il Collegato Lavoro interviene sull’attuale sistema di ammortizzatori sociali ampliando la platea dei destinatari:

  • Vengono inclusi i lavoratori autonomi occasionali e le partite IVA con reddito inferiore a una determinata soglia.
  • Si potenzia l’assegno di ricollocazione, rendendolo disponibile anche per i lavoratori in Cassa Integrazione Straordinaria.

Criticità e prospettive future

La proposta normativa ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, le associazioni datoriali vedono nella liberalizzazione della somministrazione uno strumento utile per migliorare la competitività. Dall’altro, i sindacati sollevano dubbi sull’effettiva tutela dei lavoratori somministrati e sull’eccessiva centralità attribuita alla contrattazione aziendale rispetto a quella nazionale.

Se approvato nella sua forma attuale, il Collegato Lavoro potrebbe ridisegnare radicalmente le dinamiche contrattuali, puntando su maggiore flessibilità per le imprese e nuove garanzie per i lavoratori. La sfida sarà bilanciare queste esigenze con un quadro normativo equo e sostenibile.