Aziende editoriali in crisi: cumulo dei periodi assicurativi esteri
A cura della redazione
L’INPS, con la circolare n. 127 del 30 settembre 2011, ha precisato che, anche a seguito dell’entrata in vigore dei nuovi regolamenti comunitari, si può continuare a totalizzare i periodi italiani ed esteri ai fini del perfezionamento del requisito contributivo richiesto affinché i lavoratori dipendenti di aziende editoriali in crisi possano beneficiare dei prepensionamenti.
L’Istituto rileva che, a decorrere dall’1.5.2010, sono in vigore le nuove norme di coordinamento dei sistemi nazionali di sicurezza sociale dei 27 Stati membri dell’Unione europea.
All’uopo, era stato già ricordato che le prestazioni di pensionamento anticipato o prepensionamenti non costituiscono una branca autonoma della sicurezza sociale ed hanno diverse configurazioni giuridiche nei vari sistemi nazionali. Alcune legislazioni assimilano i prepensionamenti alle prestazioni di disoccupazione, altre legislazioni alle prestazioni pensionistiche. Inoltre, soltanto in alcuni Stati esistono regimi regolamentati per legge.
L’inclusione dei prepensionamenti nell’ambito di applicazione del regolamento di base garantisce agli interessati la parità di trattamento, l’esportabilità delle prestazioni e l’erogazione degli altri benefici connessi, ad esempio, le prestazioni familiari o di malattia. Considerate, tuttavia, le grandi differenze tra gli ordinamenti europei in materia, non è stata estesa, in sede di regolamentazione europea, ai prepensionamenti la totalizzazione dei periodi assicurativi.
Ciò premesso, con riferimento al pensionamento anticipato di dipendenti di imprese editrici di giornali quotidiani, di agenzie di stampa a diffusione nazionale e di imprese editrici di periodici, il Ministero del Lavoro, ha chiarito quanto segue: “resta confermato che, ai fini del perfezionamento del requisito contributivo richiesto per l'accesso al pensionamento anticipato dei lavoratori in argomento (si rimanda per le relative alla circolare n. 107 del 6 giugno 2002 dell’Istituto), sono da considerare utili anche i periodi assicurativi fatti valere in altri Stati comunitari”.
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