Il rapporto Welfare Index PMI 2018 dedica una sezione speciale alle organizzazioni dell’agricoltura sociale. In particolare, attraverso l’impiego delle risorse agricole, i soggetti dell’agricoltura sociale operano in una vasta gamma di iniziative per favorire l’inclusione sociale e per supportare il benessere fisico, mentale e sociale delle persone, in particolare quelle svantaggiate. Le aree di intervento sono essenzialmente quattro:
  • l’inserimento lavorativo di persone in condizione di fragilità;
  • l’area educativa e ricreativa: progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare, salvaguardia della biodiversità e del territorio, gestione di fattorie sociali e didattiche;
  • l’area socio-assistenziale: prestazioni e attività finalizzate allo sviluppo di abilità e all’inclusione sociale;
  • l’area socio-sanitaria: prestazioni che affiancano e supportano le terapie mediche, psicologiche e riabilitative con l’obiettivo di migliorare le condizioni di salute e le funzioni sociali, emotive e cognitive dei soggetti interessati.
Le attività specifiche dell’agricoltura sociale sono molteplici: attività diurne e formazione per persone in situazione di disagio e fragilità, co-terapia, educazione ambientale, fattorie didattiche per bambini e adolescenti, centri estivi e via dicendo. L’inclusione lavorativa riguarda una molteplicità di profili di persone svantaggiate: disabili fisici e mentali, minori e giovani in situazione di disagio, disoccupati di lungo corso, ex detenuti. Inoltre viene offerto supporto ad ex tossicodipendenti e alcoldipendenti, anziani in situazioni di fragilità, vittime di tratte e abusi. L’obiettivo dell’agricoltura sociale è contribuire, attraverso il lavoro, al benessere, alla realizzazione individuale e all’integrazione sociale di queste persone. L’agricoltura sociale si distingue anche per l’accoglienza nei confronti degli immigrati. Un terzo dei partecipanti impiegano lavoratori extracomunitari, di cui spesso aiutano l’integrazione con attività di supporto: accoglienza residenziale e ricerca di alloggi; formazione linguistica, mediazione culturale, supporto e indirizzo per le pratiche burocratiche. Le organizzazioni dell’agricoltura sociale vantano uno stretto legame con il territorio e la propria comunità locale. Il 69,0% di loro contribuiscono ad eventi ricreativi e culturali, il 54,8% offrono il proprio aiuto ad iniziative di volontariato, il 50,0% contribuiscono alle attività di centri ricreativi e culturali.