Violenza sul posto di lavoro: donne e operatori sanitari sono i più a rischio
A cura della redazione
La Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (EUROFOUND) ha pubblicato, in un recente articolo, i dati relativi ad un'indagine condotta nel 2021 che si sofferma sulle categorie di lavoratori maggiormente esposti a violenza sul posto di lavoro.
Cosa tratta
Le donne e i lavoratori in prima linea (operatori sanitari e assistenziali) sono i più esposti a rischi psicosociali sul lavoro, come burnout, stanchezza, ansia e depressione.
Lo afferma l'European Working Conditions Telephone Survey 2021 (EWCTS): un'indagine di alta qualità basata sulle probabilità che copre oltre 70.000 interviste in 36 paesi, condotta tra febbraio e novembre 2021.
I comportamenti sociali avversi subiti dai lavoratori sono collegati ad episodi di bullismo, molestie, violenza, abusi verbali o minacce e attenzioni sessuali indesiderate. Tale cosiddetta "violenza sul posto di lavoro" può avere implicazioni significative per la salute mentale e fisica.
L'EWCTS ha rilevato che, in media, il 12,5% dei lavoratori nell'UE ha sperimentato una qualche forma di comportamento sociale avverso sul lavoro nel 2021; tuttavia, la percentuale di donne che sperimentavano comportamenti sociali avversi sul lavoro era costantemente superiore a quella degli uomini.
I comportamenti più segnalati dal genere femminile riguardano le attenzioni sessuali indesiderate con una probabilità 3,6 volte maggiore di subirle rispetto agli uomini. La probabilità è nettamente superiore per una giovane donna (18 – 34 anni) rispetto agli uomini della stessa età e ancora di più rispetto agli uomini più anziani (oltre i 50 anni).
Le attività lavorative più esposte a comportamenti sociali avversi sono quelle che hanno a che fare quotidianamente con pazienti, clienti e pubblico in generale:
- Gli operatori sanitari hanno riportato livelli di attenzioni sessuali indesiderate fino a tre volte superiori rispetto alla media dell'UE (5,7% rispetto all'1,7%).;
- Sia gli operatori sanitari che quelli dei servizi di protezione (compresi vigili del fuoco, agenti di polizia, guardie carcerarie e di sicurezza) hanno riportato livelli di bullismo, molestie e violenza 2-3 volte superiori rispetto alla media dell'UE;
- Una varietà di lavoratori in prima linea ha riferito di abusi verbali o minacce, alcuni fino a 2,5 volte la media dell'UE.
Quando entra in vigore
I dati relativi all’indagine presentati in questo articolo sono stati pubblicati da Eurofound a Febbraio 2023 e rappresentano uno dei tanti esempi concreti della condizione di scarsa tutela sul lavoro del genere femminile.
Indicazioni operative
Sebbene esista una serie di iniziative politiche a livello dell'UE, nazionale, settoriale e aziendale per affrontare i problemi, un terzo dei lavoratori esposti a comportamenti sociali negativi afferma ancora di non ricevere il sostegno necessario dalla propria dirigenza (riportato da 34 % di uomini e 29% di donne).
La tutela della salute e sicurezza sul lavoro di tutti i lavoratori è ormai una prerogativa essenziale all’interno di tutte le organizzazioni ma spesso ci si dimentica di come si debba sempre tenere conto dei rischi psicosociali e delle differenze di genere.
Lo stesso D. Lgs. 81/08, all’articolo 28, comma 1 riporta che la valutazione dei rischi deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato […] nonché quelli connessi alle differenze di genere.
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