La UNI 11918:2023 pubblicata si occupa dei rifiuti prodotti da settore medico sanitario, industriale e di ricerca, della loro caratterizzazione e gestione

Cosa tratta?

L’utilizzo della radioattività e delle sue proprietà in numerosi settori porta alla produzione di materiali radioattivi che, quando non possono essere più utilizzati, diventano rifiuti radioattivi. Questi, emettendo radioattività, devono essere gestiti in maniera adeguata a evitare rischi per l’uomo e per l’ambiente. Esistono diverse categorie di rifiuti radioattivi, alle quali corrispondono diverse modalità di gestione, a seconda della concentrazione di radionuclidi e del tempo in cui la radioattività decade.

L'Ente Italiano di Normazione (UNI) ha recentemente pubblicato la nuova guida UNI 11918 "Gestione rifiuti radioattivi – Rifiuti prodotti da settore medico sanitario, industriale e di ricerca – Caratterizzazione e gestione”, la norma definisce i criteri principali e le linee guida per una corretta gestione dei rifiuti radioattivi solidi e liquidi e delle sorgenti sigillate dismesse, prodotte nell’ambito di pratiche, autorizzate all’uso di sorgenti radioattive, nei settori:

  • medico-sanitario: applicazioni mediche diagnostiche, terapeutiche e di ricerca in medicina;
  • industriale: controllo e misurazione dei processi, utilizzo in agricoltura, esplorazione geologica, edilizia etc.;
  • ricerca: trattamento di combustibili irraggiati, per la preparazione e per la fabbricazione delle materie fissili speciali e dei combustibili nucleari.

La nuova norma UNI lascia al di fuori i rifiuti radioattivi provenienti da impianti nucleari di potenza e di ricerca, per il trattamento di combustibili irraggiati, per la preparazione e per la fabbricazione delle materie fissili speciali e dei combustibili nucleari. In particolare la norma non si applica ai:

  • rifiuti derivanti da attività di bonifica o a seguito di interventi di decontaminazione in situazioni di esposizione esistente o di emergenza, al di fuori di una pratica e autorizzate dalle Autorità Competenti sulla base di specifici Piani di Intervento;
  • rifiuti prodotti da attività di decommissioning di istallazioni, utilizzate nell’ambito di pratiche che rientrano nell’oggetto della norma, ma che richiedono una specifica autorizzazione sulla base di un Piano da sottoporre alle Autorità Competenti;
  • rifiuti contaminati da radionuclidi di origine naturale (definiti come NORM, per esempio Sabbie zirconifere, fosfogessi, ecc.) ad eccezione dei casi in cui i radionuclidi sono utilizzati per le loro proprietà radioattive;
  • rifiuti prodotti dall’esercizio di Reattori nucleari di ricerca.

I rifiuti di cui si occupa la norma sono spesso definiti rifiuti radioattivi istituzionali – IRW o rifiuti radioattivi non nucleari – NNRW, con l’obiettivo di sottolineare che non derivano dalla produzione di energia nucleare o che si riferiscono a organizzazioni pubbliche.

Quando entra in vigore?

La norma è entrata in vigore ed è disponibile per l’acquisto dal 20 luglio 2023.

Indicazioni operative

I rifiuti radioattivi si possono suddividere in diverse classi, alle quali corrispondono diverse modalità di gestione, a seconda della concentrazione di radionuclidi e del tempo in cui la radioattività decade.

Il principio fondamentale su cui si basa la gestione dei rifiuti radioattivi è la loro raccolta e il successivo isolamento dall’ambiente (concentrare e trattenere) per un tempo sufficiente a far decadere la radioattività a livelli non più pericolosi per la salute dell'uomo e la salvaguardia dell'ambiente.

La gestione dei rifiuti radioattivi si articola in più fasi: caratterizzazione, trattamento, condizionamento, stoccaggio e smaltimento.

La caratterizzazione consiste in una serie di analisi e misurazioni per determinare le caratteristiche chimiche, fisiche e radiologiche del rifiuto.

Durante il trattamento il rifiuto radioattivo viene sottoposto a specifiche operazioni che ne modificano la forma fisica e/o la composizione chimica. L’obiettivo è quello di ridurne il volume e prepararlo alla successiva fase di condizionamento.

Con il condizionamento, il rifiuto radioattivo è reso manufatto finale idoneo al trasporto, allo stoccaggio temporaneo e al conferimento al Deposito Nazionale.

Il rifiuto viene poi stoccato in appositi depositi temporanei con lo scopo di attendere che il suo contenuto radiologico decada a livelli più bassi così da indirizzarlo alla soluzione di smaltimento più adeguata.