INAIL ha pubblicato un volume che guida nella valutazione dei rischi connessi all’uso di apparecchiature LASER e nelle attività di prevenzione per salute e sicurezza. Il volume è rivolto ai datori di lavoro, al personale del servizio di prevenzione e protezione, ai medici competenti e ai lavoratori stessi che utilizzano in prima persona queste apparecchiature.

Cosa tratta

L’istituto ha deciso dedicare un intero volume, pubblicato a novembre, su questo tema, considerandolo spesso sottovalutato, sebbene diffuso in molti settori: l’uso di questa tecnologia, infatti, spazia dagli ambiti sanitari ai centri estetici, dalle telecomunicazioni alla ricerca scientifica, da impieghi industriali ad attività di natura artigianale, fino agli spettacoli pubblici.

L’utilizzo di apparecchiature che emettono radiazione LASER ricade nella famiglia del rischio da esposizione a Radiazioni Ottiche Artificiali e comporta rischi, anche importanti, per la salute e la sicurezza, aggravati spesso dalla mancanza di informazione e protezione adeguate.

Il documento fornisce anche nozioni base sulle radiazioni ottiche e sul principio di funzionamento della tecnologia LASER. Senza andare troppo nei dettagli, il LASER è una radiazione ottica artificiale coerente, quindi composta da fotoni generati con la stessa energia, stessa frequenza e stessa direzione di moto, e per questo “amplificata”, ovvero con una energia maggiore rispetto alla radiazione ottica inizialmente prodotta da una tradizionale sorgente.

Gli effetti sulla salute

Questo notevole contenuto energetico del fascio di radiazione LASER ne determina da una arte l’ampio utilizzo in diversi ambiti, dall’altra ne aumenta il potenziale dannoso per la salute la sicurezza, soprattutto per gli occhi e la cute. La gravità del danno dipenderà da:

  • lunghezza d’onda;
  • potenza utilizzata;
  • tempo di esposizione;
  • angolo di incidenza;
  • distanza fra la sorgente e il tessuto;
  • ampiezza della superficie esposta;
  • tipo di tessuto biologico colpito dalla radiazione.

I principali effetti biologici della radiazione LASER sono:

  • effetto fototermico, ovvero per aumento della temperatura del tessuto ed è sfruttato nella chirurgia LASER;
  • effetto fotochimico, dovuto all’interazione della luce LASER con il tessuto (con conseguente modificazione delle molecole del tessuto) e/o alla produzione di nuove sostanze per effetto di reazioni chimiche attivate dalla radiazione. È utilizzato nel trattamento localizzato di tumori;
  • effetto fotomeccanico, in quando la radiazione può provocare onde d’urto e onde di pressione sui tessuti colpiti in certe condizioni, provocando la disgregazione dei legami molecolari. L’effetto è sfruttato per la frammentazione dei calcoli renali;
  • effetto fotoablativo, possibile per radiazioni con potenza particolarmente elevata, causa la rimozione di tessuto ed è alla base della chirurgia refrattiva corneale.

Per quanto riguarda gli effetti dannosi, quelli sugli occhi vanno dalla fotocheratocongiuntivite, un’infiammazione reversibile, a danni al cristallino o alla retina che possono essere anche permanenti, se non trattati chirurgicamente. Anche i danni sulla cute possono essere di diversa entità a seconda della lunghezza d’onda e dei tempi di esposizione: dagli eritemi, con esposizioni croniche si può arrivare allo sviluppo di tumori per la pelle. Il rischio di ustione è certamente presente, ma meno preoccupante, in quanto il dolore provocato ne limita solitamente il tempo di irraggiamento.

Indicazioni operative

Come riporta il documento, per effettuare la valutazione del rischio è quindi importante tenere in considerazioni le caratteristiche dell’apparecchio e le sue modalità d’uso.

Il D.Lgs. 81/08, inoltre, prevede che il datore di lavoro si rivolga al personale qualificato per la valutazione dei rischi e la definizione delle misure di prevenzione e protezione. In campo industriale, civile, e di ricerca, il “personale qualificato” è rappresentato dal Tecnico Sicurezza LASER (TSL).

Per mitigare i rischi connessi, le attività principali sono:

  • rendere idonei gli spazi in cui viene utilizzato il laser, evitando superfici riflettenti, dotandoli di dispositivi antincendio e provvedendo all’inserimento di protezioni collettive adeguate;
  • dotare gli ambienti di cartellonistica;
  • definire delle procedure di sicurezza;
  • formare il personale che utilizza il LASER o che è potenzialmente esposto;
  • studiare il posizionamento del laser e del personale, considerando limiti di esposizioni e distanze alle quali si hanno effetti su occhi e cute;
  • scegliere e dotare il personale di DPI adeguati;
  • pianificare la sorveglianza sanitaria dei lavoratori.

Il volume INAIL riporta in allegato una procedura guidata alla valutazione del rischio e alcune regole da seguire quando si utilizzano tecnologie LASER.