Una guida per gestire il rischio di aggressioni dall’esterno
A cura della redazione

Una linea guida dell’INSST, l’istituto nazionale per la salute e sicurezza sul lavoro spagnolo, ha pubblicato una linea guida che tratta di violenza sul lavoro compiuta da soggetti esterni all’organizzazione, per identificare le situazioni più a rischio e prevenire le conseguenze sui lavoratori.
Cosa tratta
Violenze e aggressioni sul luogo di lavoro possono provenire tanto da persone che fanno parte della stessa organizzazione, quanto da soggetti che ne sono esterni e vengono a contatto con i lavoratori per altre ragioni, come pazienti, avventori, fornitori.
Le conseguenze sui lavoratori non sono solo fisiche, ma spesso anche psicologiche: da un’inchiesta condotta in Spagna, il 3,8% dei lavoratori che hanno subito episodi di violenza ha presentato in seguito problematiche di salute mentale. Il 16% degli intervistati ha inoltre dichiarato di avere spesso scambi problematici con utenti esterni.
In Italia il problema è altrettanto rilevante: nel 2023 6813 infortuni sono stati causati da aggressioni sul posto di lavoro. La maggior parte delle violenze sono esercitate da personale esterno all’organizzazione (61% dei casi).
Secondo una classificazione della divisione per la salute e sicurezza sul lavoro della California (CAL/OSHA) del 1995, è possibile categorizzare gli episodi di aggressione in base all’origine della violenza, esterna o interna all’organizzazione, e in base al tipo di rapporto esistente con la vittima (nessuno, rapporto di servizio, rapporto personale). La linea guida si sofferma su tre tipologie di violenza caratterizzate dalla CAL/OSHA:
- Tipo I, origine esterna, nessuno rapporto professionale o personale esistente, come nel caso di furti ai danni di negozi o banche;
- Tipo IV, origine esterna, nessuno professionale, ma esiste un rapporto personale con la vittima ed è un tipo di aggressione non specifica di un settore o di un gruppo di settori;
- Tipo II, le aggressioni da parte di utenti, come nei casi di violenze commesse da pazienti ai danni del personale sanitario.
I fattori di rischio
In Spagna, come in Italia, il rischio di ricevere minacce e violenze da parte di utenti esterni è più alto in settori come sanità e assistenza sociale, trasporti e difesa.
Vediamo una serie di caratteristiche delle attività che sono maggiormente soggette a episodi di violenza esterna:
- lavori a contatto con il pubblico, come servizi, assistenza, istruzione;
- attività a contatto con persone particolarmente conflittuali, come chi è sotto l’effetto di droghe;
- servizi con accesso limitato secondo certe regole, come quelli che richiedono un biglietto (utilizzo trasporto pubblico);
- lavoro solitario;
- lavoro su turno e/o lavoro notturno;
- luoghi dove si maneggiano contanti o oggetti di valore;
- settore della sicurezza e della vigilanza;
- attività di ispezione;
- acceso ad armi da fuoco;
- attività svolte al di fuori della sede di lavoro;
- lavori svolti a domicilio o presso l’utente, come i servizi di pulizia. L’incidenza è più alta se le attività sono svolte da donne o di notte.
Va poi considera l’ubicazione e le caratteristiche della sede di lavoro principale, ad esempio se:
- è isolato da centri urbani;
- è in aree ad alto tasso di criminalità;
- ha vari accessi e può ospitare anche numerose persone dall’esterno;
- è aperto al pubblico senza sistemi di controllo in accesso;
- non vi è un servizio di vigilanza o non è sempre previsto.
Relativamente agli effetti sulla salute mentale, vanno poi presi in considerazione tutti i fattori che determinano il rischio di stress lavoro-correlato, anche indipendentemente dalla relazione con gli utenti esterni:
- carico di lavoro eccessivo, impossibilità a fare delle pause congrue, necessità di fornire risposte in tempi rapidi;
- attività lavorative che richiedono un’attenzione particolarmente elevata;
- carico emotivo;
- basa autonomia decisionale;
- mancanza di appoggio da parte dei colleghi e dei superiori;
- scarsa organizzazione delle risorse;
- mancanza di informazione e formazione;
- mancato riconoscimento del valore apportato.
Istruzioni operative
La linea guida spagnola fa riferimento ad alcune procedure ideate dall’INSST, ma è possibile applicare i concetti fondamentali anche alle organizzazioni nel nostro paese.
Il punto cruciale è non sottovalutare questi eventi nella valutazione dei rischi, sia per i possibili infortuni derivanti, sia per le conseguenze sulla salute mentale dei lavoratori.
È opportuno quindi:
- verificare se l’attività espone particolarmente i lavoratori a rischio di aggressioni dall’esterno, considerando i fattori di rischio;
- in caso affermativo, effettuare una valutazione dei rischi che tenga in considerazione violenze e aggressioni dall’esterno;
- nella valutazione, includere gli elementi che possono aumentare il rischio, legati al luogo di lavoro;
- integrare con la valutazione del rischio stress lavoro-correlato, considerando i fattori di rischio comuni.
Le misure preventive adottabili sono di varia natura:
- inserire la gestione del rischio violenze e aggressioni, sia interne che esterne, all’interno del proprio sistema di gestione SSL;
- introdurre le risorse tecniche, umane, economiche e materiale per prevenire i rischi, ad esempio prevedendo una ripartizione migliore del carico di lavoro, evitando le situazioni di lavoro solitario o inserendo sistemi di vigilanza;
- elaborare un codice di condotta e diffonderlo e renderlo visibile per tutti gli utenti, per spiegare chiaramente i comportamenti da tenere, gli obblighi e i diritti;
- elaborare una procedura per affrontare gli episodi di violenza dagli utenti, sia per come comportarsi durante l’evento, sia per notificarlo tempestivamente a chi di dovere nell’organizzazione.
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