Tutti parlano di benessere organizzativo : ma funziona ?
A cura della redazione
Gli studi si dividono: alcuni affermano senza mezzi termini che gli attuali programmi di welfare aziendale non funzionano. Altri invece sono convinti che i ritorni sul medio e lungo periodo sono importanti. Non esiste ad oggi una risposta definitiva alla domanda sull'efficacia dei programmi di benessere sul lavoro. È necessario considerare diversi fattori, tra cui l'approccio metodologico utilizzato, la definizione di benessere lavorativo e le misure utilizzate per valutare l'efficacia dei programmi. Indipendentemente dai risultati degli studi, è comunque importante che le organizzazioni si impegnino a garantire ambienti di lavoro sicuri e che possano favorire il benessere lavorativo dei propri lavoratori.
Cosa tratta:
Negli ultimi anni, numerose organizzazioni multinazionali hanno offerto ed offrono ai propri dipendenti programmi di benessere e anche in alcuni casi di salute mentale.Gli studi sull’ efficacia di questi programmi forniscono informazioni molto discordanti. Ad esempio una ricerca del Wellbeing Research Center dell'Università di Oxford, recentemente pubblicata afferma senza mezzi termini che : La scoperta principale è che non esiste alcuna differenza affidabile nel benessere mentale tra i vari risultati. Per i seguenti tipi specifici di interventi, le stime non indicano alcuna differenza tra partecipanti e non partecipantiratiche di rilassamento, gestione del tempo, coaching, programmi di benessere finanziario, app per il benessere, coaching online, app per il sonno ed eventi del sonno. Il volontariato è l'unico tipo di intervento che suggerisce benefici per il benessere dei lavoratori.
I risultati sorprendono perché si tratta di un’indagine che ha coinvolto 46.000 lavoratori inglesi di 223 diverse organizzazioni ed ha confrontato le risposte di persone che lavoravano nella stessa azienda tra chi aveva beneficiato del programma di benessere e chi no.Un recente articolo del New York Times intitolato “I programmi di benessere sul posto di lavoro hanno pochi benefici” ha ripreso lo studio in questione aggiungendo le parole dei ricercatori che affermano: “Se i lavoratori vogliono accendere la app per la consapevolezza, a programmi per il sonno e ad app per il benessere, non c'è niente di sbagliato in questo. Ma se stai seriamente cercando di promuovere il benessere dei lavoratori, allora devi parlare di pratiche lavorative." I ricercatori hanno affermato che si aspettavano fin dall’ inizio dei risultati controversi e ritengono che se le organizzazioni vogliono veramente che i lavoratori si sentano meglio devono operare sul miglioramento delle condizioni di lavoro (fattori come orari, retribuzione, revisione delle prestazioni, ecc.).
Altri studi invece, non sembrano essere d’accordo con quanto sopra.
L’OMS afferma che per ogni dollaro investito nel miglioramento delle condizioni lavorative ed in particolare del trattamento della salute mentale, ne possano ritornare 4 in termini di migliore salute e migliore capacità lavorativa. CLo studio è stato pubblicato su The Lancet Psychiatry nel 2016, ma cifre, con risultati ed esempi analoghi sono poi riportati in uno studio dell’ università di Chicago del 2021 e in un altro studio della NSC del 2022.I nuovi studi hanno essenzialmente valutato i costi del trattamento e i risultati attesi in 36 paesi diversi (con redditi diversi) per 15 anni. I costi stimati per l’incremento dei trattamenti relativi alla cura dei disagi ed ai farmaci vengono stimati in 147 miliardi di dollari. Mentre i rendimenti superano di gran lunga i costi. Il miglioramento del solo 5% nella partecipazione e nella produttività dei lavoratori è valutato circa 100 milioni di dollari a cui aggiungere altri 310 miliardi di dollari in termini di aumentati profitti. Portando al 10% la partecipazione dei lavoratori (cifra peraltro ragionevole da raggiungere) la cifra raddoppierebbe a 820 miliardi di dollari contro i 147 di costi.Viste le cifre in ballo, i due studi hanno anche fornito strumenti per calcolare questi costi ed offrire una visione più chiara del fenomeno. L’idea di base è che il disagio non adeguatamente trattato dei lavoratori incide in maniera certa sui costi delle organizzazioni. Parliamo di giorni di lavoro persi, turn over in eccesso, costi di selezione e sostituzione e maggior ricorso all’ assistenza sanitaria per lavoratori e familiari.
A Chiudere
Le differenze degli studi sono date in parte dall’ approccio che è inevitabilmente diverso nelle due sponde dell’oceano atlantico e di conseguenza dal modo in cui viene interpretato e misurato il benessere lavorativo in Europa o in America. Anche le misure di prevenzione e protezione sono sostanzialmente diverse e mentre quelle inglesi sono simili alle nostre, quelle americane differiscono molto.
In ogni caso (ed in ogni continente) è comunque necessario garantire ambienti di lavoro sicuri e che possano favorire il benessere lavorativo. La questione, molto dibattuta nel periodo post-pandemico rimane comunque difficile e in costante e continua evoluzione. Tutti gli studi poi, possono aiutare a comprendere meglio i fenomeni e l’efficacia dei vari approcci, al fine di indirizzare meglio ogni eventuale sforzo, ogni programma e di conseguenza i vari risultati.
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