L’ Agenzia europea per l’ambiente (EEA) ha pubblicato un rapporto che valuta l’impatto su ambiente e clima del settore trasporti in Europa al 2024, intitolato “Sustainability of Europe’s mobility systems”, dove mostra che il settore è ancora una delle maggiori fonti di emissioni di gas serra, inquinamento dell’aria e inquinamento acustico.

Cosa tratta

La EEA raccoglie ogni anno informazioni ed elabora i dati in indicatori che vanno a valutare il livello di impatto dei trasporti, all’interno del progetto Transport and environment reporting mechanism (TERM). Attraverso questi dati, l’agenzia ha dato un quadro della situazione attuale in UE e ha fatto delle previsioni sulla base anche degli impegni, i regolamenti e tutte le azioni messe in atto o previste per la riduzione delle emissioni.

Il report va ad analizzare l’andamento per il trasporto passeggeri e il trasporto merci, andando a vedere nel dettaglio, per tipologia di traporto:

  • Consumi di energia e tipologie di carburanti o fonti sfruttate;
  • Emissioni di gas serra;
  • Produzione di altri inquinanti dell’aria;
  • Inquinamento acustico.

Le difficoltà nella riduzione dei gas serra

Il report mostra come il trasporto tramite auto private sia ancora prevalente in Europa nel trasporto passeggeri, coprendo il 73% dei chilometri percorsi nel 2022 dalla popolazione. Anche per le merci, il trasporto su strada è il più utilizzato e rappresenta più della metà dei trasferimenti nel 2022.

Questo ha comportato un impatto crescente del settore sulle emissioni di gas serra, arrivando nel 2022 a contare per il 29% delle emissioni in Europa. Nonostante l’introduzione su mercato di veicoli elettrici e degli eFuels, carburanti che producono minore CO₂, la loro crescita è ancora lenta e insufficiente a raggiungere gli obiettivi fissati per i prossimi anni.  Infatti, attualmente le previsioni sulle emissioni di gas serra del settore trasporti vedono un calo del 14% entro il 2030 e del 37% entro il 2050, contro il target UE di ridurre del 90% entro il 2050.

Dai trend, ci si aspetta che generalmente gli spostamenti cresceranno nei prossimi anni, mantenendo il primato dei mezzi su ruote. Per quanto riguarda le merci, il trasporto ferroviario ha visto un calo nelle ultime due decadi, ma ci si aspetta una crescita nei prossimi anni: tale cambiamento è fortemente auspicabile, in quanto potrebbe avere un forte impatto ambientale con la sua maggiore efficienza energetica e la ridotta produzione di gas serra. Più complessa è la decarbonizzazione del trasporto aereo e marittimo, per cui ci si aspetta una crescita del loro contributo nel rilascio di gas serra, dal 26% della produzione nel settore nel 2022 al 47% previsto nel 2050.

I risultati sull’inquinamento atmosferico

Per quanto riguarda gli altri inquinanti rilasciati in atmosfera, le politiche UE, lo sviluppo di nuove tecnologie nella composizione degli inquinanti e nei sistemi di filtrazione, hanno portato ad un importante riduzione. Menzioniamo, in particolare, il calo di quasi il 73% di emissioni di ossidi di zolfo (SOx) nel trasporto marittimo negli ultimi dieci anni. Continuano a cresce, tuttavia, le emissioni di alcuni inquinanti, come ammoniaca e di ossido di diazoto.

L’impatto dell’inquinamento acustico

Il documento poi analizza il fenomeno dell’impatto sulla salute delle popolazioni limitrofe ad attività che emettono livelli di rumore rilevanti, in particolare aeroporti, snodi e linee ferroviarie importanti, strade con elevati livelli di traffico. L’Organizzazione mondiale della sanità ha infatti dimostrato che l’esposizione prolungata a livelli di rumore superiori a 55dB può portare a diverse problematiche, fra cui disturbi del sonno, l’incremento della probabilità di insorgere di malattie cardiovascolari e metaboliche e, in taluni casi, morte prematura.

Valutare come è cambiato l’impatto del rumore nel tempo è complesso, essendo cambiati i metodi di misurazione negli anni. Per quanto riguarda il futuro, non si prevedono particolari variazioni senza misure mirate.

Conclusioni

Da anni, le politiche e i regolamenti adottati per la riduzione delle emissioni stanno dando i loro frutti nella riduzione della produzione di gas serra e degli altri inquinanti atmosferici. Tuttavia, dai dati, gli sforzi fatti non sono ancora sufficienti a raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030 e il 2050. Serviranno, perciò, ulteriori misure di prevenzione e maggiori investimenti in soluzioni innovative, che permettano che crescita nell’utilizzo di trasporti alternativi più sostenibili.