I cosiddetti Tool Box Talk (TBT) sono strumenti utilissimi che arrivano dall’ esperienza del comparto OIL&GAS fin dagli anni Ottanta dello scorso secolo ed hanno dimostrato in tutti questi anni una estrema efficacia. Nelle organizzazioni in cui sono utilizzati con regolarità, svolgono un ruolo importante per garantire la sicurezza dei dipendenti. Parliamo di incontri semplici, con impegno e costi relativi, realizzati spesso in piedi, direttamente sul luogo di lavoro, di Max 10-15 minuti. Quasi sempre realizzate dai preposti, o comunque da personale operativo (non da docenti esterni) all’inizio del turno o prima dell’ inizio di nuove attività. Dato il tempo limitato, è importante che riguardino un solo tema per volta, ad esempio l’uso di un determinato DPI.

Cosa tratta:

Prima di iniziare il turno, il preposto riunisce i colleghi, controlla i DPI e le dotazioni di sicurezza, fa un breve riepilogo dell’ argomento e poi illustra un ragionamento, uno solo. Si è visto negli anni che i tool box talk sono recepiti bene, sia perché si tratta di un impegno limitato, ma anche perché, dato che durano poco tempo, riescono a catturare la massima attenzione dei lavoratori. Proviamo ad andare ad analizzare alcuni esempi in cui l’uso del tool box talk si è rivelato molto utile. Tutti i TBT possono essere firmati, documentati e registrati su registro. Seppure non previsti dalla normativa vigente, dimostrano una sensibilità aziendale costante e continua, sempre molto gradita agli enti di controllo.

Primo esempio: rischio da sollevamento e trasporto

I lavoratori che abitualmente devono sollevare e trasportare oggetti, sono considerati a rischio anche dalla normativa in vigore. Se nell’ organizzazione ci sono attività che richiedono spesso di sollevare manualmente pesi e/o di trasportarli, un tool box talk può essere molto efficace. Concentrando l’intervento sui pericoli derivanti dal sollevamento e dal trasporto scorretto di carichi pesanti, è possibile fornire informazioni sul corretto sollevamento dei carichi, ma anche sulle implicazioni che questo comporta. I rischi di infortunio e di malattia professionale sono ben noti a tutti. Un breve intervento su come sollevare tenendo la schiena dritta, facendo affidamento sulle gambe, fornisce immediati promemoria ed evita incidenti, spesso dettati dalla fretta.

Secondo esempio: Rischio scivolamento e caduta

Si tratta di un rischio ampiamente sottovalutato. Chiunque può scivolare e procurarsi lesioni anche importanti. Le statistiche riportano numeri notevoli relativamente alle cadute e ad esempio nel comparto impiegatizio, rappresentano circa la metà degli infortuni accaduti. Il numero appare in netto aumento a causa dell’ utilizzo (o per meglio dire della dipendenza) dei telefoni cellulari durante gli spostamenti e nelle scale. Gli scivolamenti e le cadute appaiono comunque indipendenti dal tipo di mansione svolta. Può quindi essere molto importante tenere regolari tool box talk che si concentrano sul come evitare i tipi più comuni di scivolamenti e cadute, ma anche sul mantenere liberi, in ordine e puliti camminamenti, percorsi e scale. Completano il quadro l’utilizzo corretto delle calzature, la pronta pulizia di ogni sversamento e come il trascurare aspetti peraltro molto elementari, possa di fatto creare le condizioni per eventi banali ma con ripercussioni importanti, anche economicamente.

Terzo esempio: evitare il rischio contagio

Durante la pandemia il mondo intero ha appreso concetti di igiene basilari. Sanificazione, mani pulite, mascherine hanno evitato il propagarsi della pandemia. Evitare la chiusura delle attività a causa di un’infezione può essere economicamente molto importante per le organizzazioni. Nel 2023 i rischi per la salute sono contenuti, ma i rischi di paralisi aziendali permangono. I nuovi obiettivi quindi sono orientati ad evitare diffusioni senza controllo di malattie, più o meno gravi, e relative assenze. Il tool box talk deve sensibilizzare i lavoratori che hanno contratto una infezione (dal raffreddore al covid, passando per le varie influenze stagionali) a proteggere sé stessi, gli altri e la continuità produttiva. I lavoratori che hanno contratto una infezione e possono fare Smart working, non dovrebbero venire al lavoro. Chi invece non può fare Smart working deve adottare le misure precauzionali che abbiamo vissuto durante la pandemia, per evitare il contagio ai colleghi sani. Sottolineare l’importanza del rimanere a casa se ci sono sintomi, fornire informazioni sulla permanenza nei luoghi di lavoro, il lavaggio e la disinfezione delle mani, l’uso delle mascherine, può ridurre al minimo i rischi di contagio e garantire la continuità aziendale.

Quarto e ultimo esempioarlare di sicurezza (perché no).

Parlare di strumenti specifici senza parlare di sicurezza sarebbe riduttivo. Spesso viene stabilito un calendario di argomenti, e l’ufficio sicurezza ( o HSE o SPP  che dir si voglia) fornisce anche il materiale che serve per argomentare al meglio l’oggetto della TBT, cercando di preparare al meglio i preposti e comunque non lasciare nulla al caso. Nel tempo dell’ incontro possono essere illustrate le politiche di sicurezza, a volte le procedure o le istruzioni operative. Più in generale è il momento per ricordare ai lavoratori le regole base, ma anche il “buon senso del buon padre di famiglia” spesso ricordato dalla giurisprudenza.

In realtà parliamo di uno strumento estremamente efficace per mantenere alti i livelli di consapevolezza, anche ad esempio sull’ suo dei DPI o delle attrezzature e dei mezzi. Il tempo limitato, il linguaggio diretto, la presenza del proprio superiore, direttamente in contatto con loro, sono le chiavi di un successo ormai consolidato e ampiamente dimostrato nel tempo.