Tavolo tecnico INPS – Consulenti del lavoro: proposta l’abolizione dei semafori per il rilascio del DURC
A cura della redazione
Il 19 aprile 2018 tra l’INPS ed il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro si è tenuto un tavolo tecnico durante il quale sono state evidenziate alcune criticità relative alla fruizione di applicativi messi a disposizione dell’Istituto previdenziali tra i quali, quello dedicato al rilascio del DURC.
Più precisamente, per superare le difficoltà di gestione dei semafori ai fini della regolarità contributiva, ne è prevista la prossima abolizione. Verrà introdotta, in sostituzione, la Dichiarazione preventiva delle agevolazioni (DPA). In pratica la verifica del requisito della regolarità contributiva per usufruire delle agevolazioni, diventerà preventiva. Mediante un link nel cassetto, si attiverà questa nuova procedura che, in pratica, avrà la stessa funzionalità del DURC on line. Ottenuto il via libera, per quattro mesi sarà possibile conguagliare le agevolazioni. L'operazione dovrà essere ripetuta ogni quattro mesi e dunque tre volte l'anno. Non si tratterà comunque di un obbligo, perché la mancata esecuzione della DPA, non produrrà un errore bloccante per l'invio dell'UniEMens.
È poi noto che il DURC ha una validità di 120 giorni dal rilascio. Per evitare che ci siano soluzioni di continuità tra un periodo e l'altro, su sollecitazione del Consiglio Nazionale dei CDL, l'INPS ha implementato la procedura di Verifica Amministrativa (VERA). Attraverso un cruscotto dedicato agli intermediari, sarà possibile verificare in qualsiasi momento la regolarità dell'azienda, simulando in pratica gli effetti del lancio di un DURC on line. All'esito della verifica sarà possibile intervenire per tempo sulle eventuali inadempienze segnalate, in modo da trovarsi in regola al momento della scadenza del DURC in corso di validità.
In merito alla possibilità di regolarizzare la posizione anche se è scaduto il termine di 15 giorni, è importante che vengano segnalate, alla casella di posta dedicata, eventuali situazioni che prevedibilmente impedirebbero il rispetto del predetto termine, al fine di evitare che allo scadere del 16 mese la sede possa già terminare l’istruttoria. E’ altrettanto conveniente segnalare tempestivamente alla stessa casella di posta, l'eventuale regolarizzazione effettuata o, comunque, le necessarie informazioni per l'esito positivo del DURC. Nonostante la presenza di tutti gli elementi utili al rilascio capita spesso, però, che il DURC al termine dell'istruttoria risulti negativo. Di fronte a elementi certi che dimostrino il contrario, è possibile richiedere l'annullamento di un DURC già emesso. Le sedi territoriali INPS a breve disporranno di questa nuova procedura; medio tempore, sarà possibile richiedere tale annullamento attraverso una richiesta alla Direzione Centrale, sempre per il tramite della sede provinciale.
Riguardo all’esonero contributivo per l’assunzione di giovani, l’utility messa a disposizione dall’INPS per l’accertamento dei requisiti che deve possedere il beneficiario, recentemente ha segnalato messaggi di errore relativi al mancato riconoscimento del codice fiscale anche se questo è stato regolarmente utilizzato nell’Unilav. In questi casi l’INPS raccomanda di procedere alla validazione del codice fiscale corretto perché potrebbe essere stato inserito in origine erroneamente.
Relativamente alla gestione degli ANF, l’INPS rende noto che quando il sistema sarà a regime sarà lo stesso lavoratore che con una domanda telematica richiederà direttamente sia gli assegni correnti che eventuali arretrati. Sarà poi l’INPS a calcolare l’importo dovuto e a comunicarlo al datore di lavoro che lo corrisponderà al lavoratore conguagliandolo con i contributi dovuti. Nelle more dell’attuazione del nuovo sistema l’Istituto richiederà, in caso di arretrati, il reinvio dei flussi UniEMens relativi al periodo di competenza degli stessi. Ciò indipendentemente dal valore mensile degli arretrati corrisposti.
Precisazioni sono inoltre state fornite sulle regolarizzazioni spontanee in caso di ritardato o mancato pagamento dei contributi. Sul punto l’INPS ha ribadito l’impossibilità di richiedere la dilazione del dovuto entro i trenta giorni previsti per il pagamento. Quest’ultimo, come previsto dalla norma, va versato in unica soluzione. In ogni caso verrà consultato anche il Ministero del lavoro al fine di adottare la soluzione più favorevole alle aziende.
In merito agli avvisi di addebito e alle varie ipotesi di annullamento o sospensione degli stessi, l’INPS precisa che se l’azienda aveva un credito, pari al debito, preesistente alla data della consegna del ruolo all’agente della riscossione l’avviso va annullato. Se il credito si forma dopo la consegna del ruolo o, comunque, l’avviso viene pagato con F24, anziché direttamente all'agente della riscossione, entro 60 giorni dalla notifica, l'avviso deve essere annullato. Infine se il pagamento avviene oltre i 60 giorni dalla notifica, allora occorre comunicare all'agente il predetto pagamento affinché vengano ricalcolate le sanzioni. Per questo l'Istituto non ha ancora sviluppato le procedure e, pertanto, l'avviso può essere sospeso. Resta inteso che in caso di pagamenti non integrali del debito, comunque l'Istituto potrà emettere sgravi parziali.
Relativamente al file CSV, contenente le ore lavorabili e l’elenco dei lavoratori, da allegare alle domande di CIGO, l’INPS rende noto che a breve verrà abolito. In ogni caso è previsto un periodo transitorio in cui lo stesso coesisterà con l'inoltro dei dati mediante UniEMens, lasciando all'azienda l'opzione su quale strumento di comunicazione adottare.
Inoltre è in fase di test e prossima al rilascio, l’utility richiesta dal Consiglio Nazionale per determinare l’aliquota contributiva corrispondente ai vari CSC, comprensiva del dettaglio delle varie assicurazioni applicabili (IVS, DS, Malattia…).
Particolarmente interessanti le novità che interessano il rapporto INPS – utente. L’Istituto previdenziale infatti rende noto che in caso di scelte inesatte sull’oggetto della segnalazione inviata tramite Cassetto previdenziale, saranno le sedi ad inoltrare la stessa al settore competente, evitando così all’utente di dover inoltrare una nuova comunicazione.
Infine, in merito al lavoro intermittente a tempo determinato, l’INPS si allinea al pensiero del Ministero del lavoro che ritiene inapplicabile la disciplina del contratto a termine.
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