INAIL pubblica una scheda informativa in cui analizza l’utilizzo delle biotecnologie come potente spinta verso un mondo del lavoro sempre più sostenibile, ma che tenga in considerazione anche salute e sicurezza

 

Cosa tratta?

Già nel 2001, l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), nel promuovere il concetto di “industrializzazione sostenibile” aveva individuato nelle biotecnologie la vera e propria chiave di volta per realizzare uno sviluppo industriale rispettoso dell’ambiente.

Nell’ambito dell’implementazione del Green Deal e degli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, il biotech contribuisce al raggiungimento di 10 obiettivi su 17.

Dalla produzione di risorse biologiche alla loro trasformazione in alimenti, mangimi, prodotti chimici e combustibili fino alla rigenerazione di suolo, biodiversità ed ecosistemi, la bioeconomia europea ha generato nel 2022 un output di circa 1.740 miliardi di euro, occupando oltre 7,6 milioni di persone. L’Italia si posiziona al terzo posto per valore della produzione, con un output stimato pari a 415,3 miliardi di euro nel 2022 e al secondo posto per occupazione, con circa 2 milioni di addetti e si stima, inoltre, che le aree di applicazione del biotech nella bioeconomia vedranno una crescita importante triplicando il loro valore dal 2020 al 2028.

La scheda informativa presenta alcuni casi in cui le biotecnologie industriali sono un chiaro esempio di sostenibilità, strizzando sempre l’occhio a salute e sicurezza, tra cui:

  • Impianti di produzione di biogas e biometano: l’Italia deve perseguire un ambizioso percorso in questo settore, in linea con il PNRR; dunque, ha posto l’attenzione sulla mitigazione dei principali rischi di questi impianti (biohazard, incendio ed esplosione).
  • Impianti di produzione di bioplastiche: l’eliminazione su larga scala della plastica fossile dipende in parte da valide alternative come le bioplastiche, ottenute da rifiuti organici o biomassa vegetale. Inail ha contribuito al progetto RES URBIS valutando i rischi espositivi professionali e definendo le misure di prevenzione e protezione più idonee a contenerli. Sono infatti molto pochi gli studi relativi agli aspetti di salute e sicurezza dei bioprocessi.
  • Bonifica dei siti contaminati: negli anni è cresciuta la richiesta di una gestione sostenibile, secondo la quale le esigenze di risanamento ambientale e di sicurezza igienico-sanitaria siano coniugate al recupero economico delle aree bonificate con costi accettabili.
  • Micorimedio di ambienti inquinati: rappresenta un campo di applicazione delle biotecnologie industriali che va assumendo una diffusione sempre maggiore. In tale ambito, le attività di ricerca in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di sostenibilità hanno la finalità di comprendere in maniera approfondita il micobioma ambientale e singole specie fungine, compresi patogeni umani opportunisti emergenti con resistenza a farmaci antifungini e microfunghi produttori di micotossine. Inoltre, sono in corso specifiche attività di ricerca mirate al monitoraggio della potenziale esposizione occupazionale a micotossine.
  • Piattaforme biotecnologiche: esse rivestono un ruolo significativo nell’economia circolare, come piattaforme biotecnologiche (bioraffinerie di terza generazione) per la produzione di prodotti di alto valore, quali intermedi biochimici, bioplastiche e biocarburanti. Sono stati quindi analizzati gli impatti ambientali ed occupazionali degli impianti, con particolare riguardo al biohazard professionale, quale pericolo maggiormente percepito dai gestori degli stessi.

 

Quando entra in vigore?

Scheda informativa pubblicata l’8 febbraio 2024.

 

Indicazioni operative

La sicurezza sul lavoro è una componente fondamentale della sostenibilità sociale, poiché coinvolge la tutela dei lavoratori e delle comunità da impatti negativi derivanti dall’ambiente lavorativo.