Stress sul luogo di lavoro: in Europa è in aumento dalla pandemia di COVID-19
A cura della redazione

Pubblicata l’indagine UE sullo stress e la salute mentale sul lavoro post pandemia, a cura dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro.
Cosa tratta?
Il documento “OSH Pulse - Sicurezza e salute sul lavoro dopo la pandemia” presenta i risultati di un’indagine commissionata dall’EU-OSHA con l’obiettivo di ottenere informazioni sullo stato della sicurezza e della salute sul lavoro (SSL) dopo la pandemia.
L’indagine è stata commissione da Eu-Osha a Flash Eurobarometer - OSH Pulse, è stata condotta dal 25 aprile al 23 maggio 2022 e ha coinvolto tramite interviste telefoniche 27.250 lavoratori dipendenti in tutti gli Stati UE più Islanda e Norvegia.
I risultati fanno luce sui fattori di stress per la salute psicofisica dei lavoratori e sulle misure di sicurezza e salute sul lavoro (SSL) poste in essere nell’ambiente lavorativo.
Quasi un intervistato su due in tutta l'UE (46%) risponde di essere esposto a una forte pressione del tempo a un sovraccarico di lavoro, circa un quarto (26%) afferma lo stesso sulla scarsa comunicazione o cooperazione all'interno della propria organizzazione e il 18% sulla mancanza di autonomia o sulla mancanza di influenza sul ritmo del lavoro o sui processi di lavoro.
Parlare di salute mentale non è più tabù, infatti, secondo il 50% dei lavoratori, la pandemia ha reso più facile parlarne al lavoro. Tuttavia non tutti i lavoratori si sentono a proprio agio nel parlare di come si sentono. Mentre il 59 % ha dichiarato di sentirsi a proprio agio nel parlare della propria salute mentale al rispettivo superiore diretto o supervisore, il 50 % teme che rivelare un problema di salute mentale possa incidere negativamente sulla propria carriera.
Gli intervistati che lavorano in aziende con una migliore cultura della prevenzione della sicurezza e della salute non sono esposti allo stesso modo a fattori di stress legati al lavoro. Ad esempio, il 60% degli intervistati che lavorano in aziende con un punteggio basso nell'indice della cultura della prevenzione dichiara di dover affrontare una forte pressione sul tempo e un sovraccarico di lavoro, rispetto al 41% degli intervistati che lavorano in aziende con un'elevata cultura della prevenzione.
L’indagine prosegue con l’analizzare come l’impatto della pandemia di COVID-19 abbia inciso sullo stress e la salute mentale dei lavoratori, più di quattro intervistati su dieci in tutta l'UE concordano sul fatto che il loro stress lavorativo è aumentato a causa della pandemia di COVID-19.
Per quanto riguarda le iniziative e le attività sul luogo di lavoro volte a prevenire o ridurre i rischi, il 43% ha dichiarato che vengono pianificate consultazioni dei lavoratori circa aspetti stressanti del lavoro.
Quando entra in vigore?
L’EU-OSHA ha pubblicato i risultati dell’indagine in occasione della Giornata mondiale della salute mentale il 10 ottobre.
Indicazioni operative
Promuovere una cultura della prevenzione della sicurezza e della salute.
Promuovere una politica di condivisione delle problematiche riguardanti la salute mentale, senza stigmatizzare la materia, e senza che ciò possa avere un impatto negativo sulla carriera dei lavoratori.
Consultare i lavoratori circa aspetti stressanti del lavoro.
Informare e formare sul benessere e la gestione dello stress.
Fornire accesso alla consulenza o al supporto psicologico.
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