Sostanze chimiche reprotossiche in ambiente di lavoro: settori coinvolti e prevenzione
A cura della redazione
Secondo i dati scientifici più recenti, le sostanze tossiche per la riproduzione (c.d. reprotossiche) possono avere effetti nocivi sulla funzione sessuale e sulla fertilità di uomini e donne in età adulta, nonché sullo sviluppo della progenie.
L’INAIL, all’interno del suo factsheet, tratta i punti fondamentali della direttiva UE 2022/431 del Parlamento Europeo e del Consiglio che aggiorna la direttiva 2004/37/CE relativa alle sostanze cancerogene e mutagene in ambiente di lavoro, inserendo anche le sostanze reprotossiche.
Cosa tratta?
La direttiva UE 2022/431 del Parlamento Europeo e del Consiglio prevede misure di gestione del rischio più stringenti e tutelanti in caso di esposizione a sostanze reprotossiche in ambiente di lavoro.
Analogamente agli agenti cancerogeni o mutageni, le sostanze tossiche per la riproduzione sono sostanze estremamente preoccupanti, che possono avere effetti gravi e irreversibili sulla salute dei lavoratori, siano essi donne o uomini.
Negli ultimi 20 anni infatti, l’aumento di problemi di fertilità tra le coppie, ha evidenziato la sottostima nei confronti di queste sostanze, in particolare anche per la popolazione maschile.
Nell’Unione Europea si contano circa 150 sostanze chimiche con tali caratteristiche di pericolosità, classificate come:
- Tossici per la riproduzione di categoria 1A, note per causare effetti avversi sulla salute riproduttiva dell’uomo.
- Tossici per la riproduzione di categoria 1B, presumibilmente tossiche per la salute riproduttiva.
Questi agenti sono presenti in numerosi cicli produttivi industriali e non. Di seguito alcuni di questi e i relativi ambienti di lavoro in cui possono essere riscontrati:
- Composti del piombo, nel settore petrolchimico e nell’industria della gomma;
- Solventi organici, in innumerevoli ambienti industriali e non;
- Glicoleteri, nel settore di produzione degli inchiostri e vernici, agenti pulenti, industria dei semiconduttori, cantieristica navale;
- N-metilpirrolidone, solvente utilizzato nei settori della plastica, rivestimenti, elettronica, adesivi, pigmenti e vernici, ecc.;
- Alchifenoli, all’interno della carta termica per gli scontrini;
- Ftalati, presenti nell’industria della plastica, della gomma, di inchiostri e vernici ma anche nella produzione di cosmetici e prodotti per l’igiene e profumi, ecc.;
- Composti del cadmio, nei processi di rivestimenti meccanici, fusione dello zinco, saldatura;
- Pesticidi, nel settore agricolo.
Quando entra in vigore
La direttiva UE 2022/431 del Parlamento Europeo e del Consiglio è stata emanata il 9 Marzo 2022 e il suo recepimento è previsto entro Febbraio 2024.
Indicazioni operative
La prima misura di prevenzione che il Datore di Lavoro deve cercare di attuare è l’eliminazione/sostituzione di queste sostanze dai cicli riproduttivi. Laddove ciò non fosse possibile sarà il medico competente, con la sua attività e tramite i protocolli di sorveglianza sanitaria, a monitorare l’esposizione dei lavoratori.
Rimane infine fondamentale che i lavoratori ricevano una formazione sufficiente e adeguata se sono o possono essere esposti ad agenti cancerogeni, mutageni o a sostanze tossiche per la riproduzione.
Alleghiamo il documento INAIL nella sezione allegati.
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