Il Ministero del Lavoro, con risposta all’interpello n. 38 del 21 dicembre 2012, ha fornito rilevanti chiarimenti in ordine alla definizione di “lavoratori svantaggiati” per i quali, ai sensi dell’art. 20, co. 5 ter, lett. c) del D.Lgs. n. 276/2003 è possibile ricorrere alla somministrazione di lavoro a tempo determinato senza che debba trovare applicazione il c.d. “causalone”.
In particolare, per quanto riguarda l’individuazione degli “...adulti che vivono soli con una o più persone a carico...”, il Dicastero ha precisato quanto segue:
- possono definirsi “adulti” coloro che hanno superato i 25 anni di età;
- l'espressione "vivere soli con una o più persone a carico”, si riferisce sia alla composizione – al momento dell’assunzione – del nucleo familiare del soggetto in posizione di svantaggio, sia alla definizione di familiare “a carico”, data nel nostro ordinamento dall’art. 12 del T.U.I.R. Ne consegue che il lavoratore, anche attraverso il certificato anagrafico concernente lo “stato di famiglia” (o autocertificazione), deve risultare il solo soggetto a sostenere il nucleo familiare, in quanto con una o più persone fiscalmente “a carico”.
Per individuare coloro che appartengono alla categoria dei “membri di una minoranza nazionale all’interno di uno Stato membro che hanno necessità di consolidare le proprie esperienze in termini di conoscenze linguistiche, di formazione professionale o di lavoro, per migliorare le prospettive di accesso ad un’occupazione stabile” di cui alla lettera f), Reg. (CE) n. 800/2008, occorre riferirsi a tutte quelle minoranze che, sulla base di specifici provvedimenti, risultano già individuate in ragione dell’appartenenza linguistica. In particolare, le minoranze “linguistiche storicamente insediate sul territorio italiano” contemplate dall’art. 2 della L. n. 482/1999. L’appartenenza alla minoranza linguistica, dimostrabile anche con autocertificazione, non è sufficiente: il lavoratore deve infatti avere la “necessità di consolidare le proprie esperienze in termini di conoscenze linguistiche, di formazione professionale o di lavoro, per migliorare le prospettive di accesso ad un’occupazione stabile”.