Parlare oggi dei lavori usuranti, ovvero quelli che logorano la salute e la qualità di vita dei lavoratori, significa essenzialmente parlare del sistema previdenziale che li ha riconosciuti e tutelati. È opportuno capire da un lato le norme vigenti in Italia, sui lavori particolarmente faticosi e pesanti che hanno accesso anticipato al pensionamento, e dall’ altro cercando anche di inquadrarne meglio i rischi collegati. 

Cosa tratta:

Dal punto di vista della sicurezza, tutti gli studi che negli anni si sono succeduti, dimostrano che pur essendo migliorate negli anni, alcune attività rimangono ad alto livello di logoramento e se dapprima incidevano sulle aspettative di vita, ad oggi possono comunque modificarne sensibilmente la qualità. Un moderno sistema previdenziale italiano o europeo, deve essere in grado di riconoscere che non tutti i lavori sono uguali. Le parti sociali hanno avuto in questi anni, una attenzione costante su questi temi, ottenendo di fatto norme di salvaguardia. In Italia il dibattito circa la necessità di garantire un trattamento previdenziale diverso e più attento alle esigenze di alcune tipologie di lavoratori parte di fatto dai primi anni Ottanta del secolo scorso (OIL 1979/I lavoratori più anziani).

Negli anni Novanta, alcune mansioni vedevano i primi riconoscimenti: forze armate, ferrovie, personale di volo, (L. Amato/1992) e i lavoratori esposti all’ amianto. ( L. n.257/1992). In questi primi atti legislativi, si intravede molto chiaramente la portata dei provvedimenti, ovvero la definizione di una tabella (Tab. A del D.L. 374/93) in cui viene esplicitato un anticipo dei limiti di età pensionabile di due mesi per ogni anno di occupazione in attività particolarmente usuranti, fino ad un massimo di sessanta mesi, oltre ad una prima lista di attività ritenute usuranti e quindi aventi diritto di richiedere i benefici previsti:

Lavoro notturno continuativo, lavori alle linee di montaggio con ritmi vincolati, lavori in galleria, cava o miniera.

Il principio dei cosiddetti lavori usuranti emerge chiaramente per la prima volta nel Protocollo del Welfare del 2007 ed è recepita dalla Legge n. 247/07. Nel 2010 vediamo poi l’uscita di una legge delega, che anticipa la normativa poi promulgata nel 2011 (Dl.gs 67/2011) che riordina la materia e definisce con puntualità un particolare regime previdenziale per categorie di lavoratori specificatamente individuate. Il D.lgs. 67/2011, attualmente in vigore, accorda ai lavoratori dipendenti, impegnati in lavori, mansioni o comunque attività connotati da un particolare stress psico-fisico, di maturare il diritto al pensionamento con un anticipo di tre anni, rispetto a quanto previsto per tutti i lavoratori dipendenti. Il decreto identifica una serie di mansioni particolarmente usuranti che per le caratteristiche di maggior gravità e usura, presentano incidenze più gravose sulle aspettative di vita, a causa di ripetute esposizioni al rischio professionale di particolare intensità, e/o di caratteristiche particolari delle attività svolte.

I lavoratori di mansioni ritenute quindi particolarmente faticose e pesanti, e che possono beneficiare dell’accesso anticipato al pensionamento rispetto ai limiti, sono i seguenti :

Attività Mansioni riconosciute INPS Rischi sicurezza
Mansioni particolarmente usuranti Lavori in galleria, cava o miniera, lavori nelle cave, lavori in cassoni ad aria compressa, lavori svolti dai palombari, lavori ad alte temperature, lavorazione del vetro cavo, lavori espletati in spazi ristretti, con carattere di prevalenza e continuità, in particolare le attività di costruzione, riparazione e manutenzione navale, lavori di asportazione dell’amianto

Rischio di frane, crolli, scoscendimenti o caduta di massi nelle cave o nelle gallerie.

Rischio di esplosioni, incendi, intossicazioni o asfissia dovuti alla presenza di gas o polveri infiammabili o tossiche nelle cave, nelle gallerie o nelle miniere.

Rischio di malattie professionali causate dall'esposizione a sostanze nocive, come l'amianto, la silice, i metalli pesanti, ecc.

Rischio di barotraumi, embolie gassose, decompressione o ipossia per i lavoratori che operano in cassoni ad aria compressa o sott'acqua

Rischio di stress termico, ustioni, disidratazione o colpi di calore per i lavoratori che operano ad alte temperature, come nella lavorazione del vetro cavo

Rischio di infortuni muscolo-scheletrici, ernie, lombalgie o lesioni spinali per i lavoratori che sollevano carichi pesanti o trasportano persone

Rischio di vibrazioni, rumore, illuminazione inadeguata o posture incongrue per i lavoratori che usano attrezzature vibranti o rumorose o che operano in spazi ristretti

Lavori notturni

Come da art. 1 D.lgs. 8 aprile 2003, n. 66

Lavoratore notturno : svolge almeno tre ore del suo lavoro giornaliero durante il “periodo notturno” (periodo di almeno sette ore consecutive comprendenti l’intervallo tra le 12 e le 5 del mattino) oppure

E’ considerato lavoratore notturno qualsiasi lavoratore che svolga lavoro notturno per un minimo di 80 giorni lavorativi all’anno (in caso di lavoro a tempo parziale il limite minimo è riproporzionato)

E’ considerato usurante se organizzato in turni (almeno sei ore in cui è compresa la fascia indicata come “periodo notturno”) o se il lavoro è svolto in modo ordinario in periodi notturni (per almeno tre ore).

Il lavoro notturno altera il normale ritmo biologico e può causare disturbi del sonno, problemi digestivi, stress, malattie cardiovascolari, ma soprattutto tumori.

Inoltre, il lavoro notturno può aumentare il rischio di infortuni sul lavoro, a causa della ridotta visibilità, della stanchezza, della minore vigilanza o della scarsa comunicazione.

Lavorazioni svolte da addetti alla c.d. linea catena:

Come da art. 1 c. 1 del D.lgs. 21 apr. 2011 n. 67 ed elencate nell’allegato 1

Prodotti dolciari, additivi per bevande e altri alimenti, Lavorazione e trasformazione delle resine sintetiche e dei materiali polimerici termoplastici e termoindurenti; produzione di articoli finiti etc, macchine per cucire e macchine rimpagliatrici per uso industriale e domestico, Costruzione di autoveicoli e di rimorchi, Apparecchi termici: di produzione di vapore, di riscaldamento, di refrigerazione, di condizionamento, Elettrodomestici, Altri strumenti e apparecchi, Confezione con tessuti di articoli per abbigliamento ed accessori etc, Confezione di calzature in qualsiasi materiale, anche limitatamente a singole fasi del ciclo produttivo.

Rischio di infortuni dovuti al contatto con macchinari, utensili o materiali pericolosi o taglienti

Rischio di esposizione a sostanze nocive, irritanti, allergizzanti o cancerogene presenti nei prodotti o nei processi

Rischio di stress termico dovuto alle alte o basse temperature degli ambienti o dei prodotti

Rischio di rumore, vibrazioni, illuminazione inadeguata o campi elettromagnetici generati dai macchinari o dalle attrezzature

Rischi di disturbi muscolo-scheletrici dovuti a posture incongrue, movimenti ripetitivi, sollevamento di carichi o assenza di pause

Rischio di disturbi psicologici dovuti alla monotonia, alla pressione, alla mancanza di autonomia o di partecipazione al lavoro

Rischio di alterazione del ritmo circadiano dovuto al lavoro notturno o a turni

Rischio di malattie croniche o degenerative dovute all’esposizione prolungata ai fattori di rischio sopra elencati

Conducenti di veicoli, di capienza complessiva non inferiore a 9 posti, adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo.  

Rischio di incidenti stradali dovuti alla circolazione, alle condizioni meteorologiche, allo stato dei veicoli o alla stanchezza

Rischio di aggressioni o violenze da parte dei passeggeri o di terzi

Rischio di esposizione a agenti biologici o chimici presenti nell’aria o nei veicoli

Rischio di esposizione a rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici o radiazioni solari generati dai veicoli o dall’ambiente

Rischio di disturbi muscolo-scheletrici dovuti alla postura prolungata, ai movimenti ripetitivi, al sollevamento di bagagli o alla mancanza di pause

Rischio di disturbi psicologici dovuti allo stress, alla pressione, alla responsabilità o all’isolamento

Rischio di alterazione del ritmo circadiano dovuto al lavoro notturno o a turni

Rischio di malattie croniche o degenerative dovute all’esposizione prolungata ai fattori di rischio sopra elencati

Le attività lavorative devono esser prestate, per un periodo di tempo pari ad almeno 7 anni, compreso l’anno di maturazione dei requisiti pensionistici, negli ultimi dieci anni di attività lavorativa, (Pensioni entro il 31 dicembre 2017), o da almeno la metà della vita lavorativa complessiva, (Pensioni dopo 1 gennaio 2018). I datori di lavoro devono comunicare l’esecuzione di lavorazioni o attività dei loro dipendenti considerate particolarmente faticose e pesanti per legge. Per farlo dovranno compilare on-line un modello (LAV_US) disponibile sul sito del Ministero del Lavoro. Dopo quindi oltre 40 anni di tentativi, dibattiti, norme e decreti, rimaniamo con una norma ormai affermata, che riconosce un principio fondamentale che rappresenta un cardine del sistema previdenziale. Le categorie a cui è stato riconosciuto il diritto ad un pensionamento anticipato sia per le ricadute che il tipo di attività porta sulla condizione fisica di questi lavoratori che per l’impossibilità a svolgere determinate mansioni ad un’età anagrafica eccessivamente avanzata, devono essere maggiormente attenzionate anche dal punto di vista della salute e della sicurezza. Per ottenere il riconoscimento delle lavorazioni gravose e usuranti, è necessario presentare una domanda all'INPS, allegando la documentazione attestante lo svolgimento delle attività previste dalle norme vigenti. L'INPS valuterà la domanda e comunicherà l'esito al richiedente.

Dal punto di vista della salute e sicurezza, infatti I lavori gravosi e usuranti sono quelli che richiedono un impegno psicofisico particolarmente intenso e continuativo, condizionato da fattori che non possono essere prevenuti con misure idonee. Questi lavori possono causare un logoramento, un invecchiamento precoce e una riduzione delle capacità di efficienza e sicurezza dei lavoratori. Esistono diverse categorie di lavori gravosi e usuranti, individuate da normative specifiche, che danno diritto a benefici previdenziali, come l'accesso anticipato al pensionamento o il riconoscimento di maggiorazioni contributive. Alcuni esempi di questi lavori sono:

  • Lavorazioni che comportano l'esposizione ad agenti pericolosi biologici, fisici, chimici-cancerogeni o a variazioni climatiche-ambientali
  • Lavorazioni che costringono a lavorare in spazi ristretti e confinati.
  • Lavorazioni che si svolgono durante la notte, alterando il bioritmo fisiologico o con ritmi e tempi predefiniti e non controllabili né modificabili dal lavoratore.
  • Lavorazioni che implicano il sollevamento di carichi pesanti o il trasporto di persone.
  • Lavorazioni che richiedono l'uso di attrezzature vibranti o rumorose.
  • Lavorazioni che si svolgono in ambienti sott'acqua o iperbarici.

E’ opportuno tenere ben presente le caratteristiche fisiche e psicologiche del lavoratore, in primis il fattore età, ad oggi una delle cause di infortunio mortale maggiormente riconoscibile.
Alla luce della normativa vigente in materia di tutela della salute e sicurezza del lavoro, non è facile capire se un lavoro non rientrante tra gli elenchi di cui sopra non produca danni simili a quelli dovuti ad attività riconosciute usuranti. In primis occorre considerare i rischi prettamente organizzativi. Capire quindi i fattori condizionati dai processi di lavoro quali lavoro in turni, lavoro in continuo, lavoro notturno, sistemi efficaci di gestione e accordi per la pianificazione, il monitoraggio e il controllo degli aspetti attinenti alla salute e alla sicurezza, la manutenzione degli impianti, comprese le attrezzature di sicurezza, gli accordi adeguati per far fronte agli incidenti e alle situazioni di emergenza. Queste attività e condizioni, se non analizzate con attenzione possono creare una condizione lavorativa responsabile di una serie di disturbi (ad esempio sindromi gastroenteriche, o sindromi ansioso-depressive). Un altro aspetto dell’organizzazione del lavoro è quello relativo alla gestione dei rapporti interpersonali e gerarchici, la cui mancata soluzione può essere causa oltre che di sindromi da disadattamento con somatizzazioni a livello di diversi organi e apparati, anche del fenomeno dell’assenteismo.

Indicazioni operative

Per prevenire i rischi derivanti dai lavori gravosi e usuranti, è importante valutare le condizioni di lavoro dei lavoratori, soprattutto quelli con più di 50 anni, e adottare misure di protezione e prevenzione adeguate. Alcune possibili azioni sono:

  1. Ridurre o eliminare i fattori usuranti, come le sostanze tossiche, i carichi di lavoro eccessivi, le posture incongrue, ecc.
  2. Automatizzare o sostituire il lavoratore nelle lavorazioni pesanti
  3. Modificare l'organizzazione del lavoro, introducendo pause, turni flessibili, rotazione delle mansioni, ecc.
  4. Implementare politiche di age management, favorendo la formazione continua, il tutoraggio, la valorizzazione delle competenze, ecc.¹- Utilizzare modelli di valutazione del rischio specifici per i lavoratori anziani, come il Work Ability Index (WAI) o l'Age Risk Assessment Index (ARAI)
  5. Effettuare una valutazione dei rischi specifica per ogni tipologia di lavoro e adottare le misure tecniche, organizzative e procedurali più idonee a ridurre i pericoli
  6. Fornire ai lavoratori una formazione adeguata sulle modalità di esecuzione dei lavori e sui dispositivi di protezione individuale da utilizzare
  7. Monitorare costantemente le condizioni ambientali e atmosferiche delle cave, delle gallerie o dei cassoni ad aria compressa e intervenire in caso di anomalie-
  8. Limitare il tempo di esposizione ai fattori di rischio e prevedere pause e turni adeguati
  9. Utilizzare macchinari ed attrezzature conformi alle norme di sicurezza e sottoporli a manutenzione regolare
  10. Svolgere visite mediche periodiche per i lavoratori esposti a fattori di rischio specifici