Arriva il clima invernale. I tuoi lavoratori e la tua organizzazione sono pronti ad affrontare i rischi tipici della stagione invernale? Inutile parlare di emergenza, cambiamento climatico e catastrofi varie. Per arrivare all’ obiettivo della business continuity e della riduzione di incidenti, occorre preparazione e programmazione. Oggi, non domani.

Cosa tratta

Ogni anno, puntuale come l’inverno, arriva la chiusura di qualche autostrada principale. Possibile che non sia prevedibile una nevicata? (non in senso meteo, ma in termini di risposta e azione).  Anche se l’evento è eccezionale, possibile che non impariamo nulla da tutte queste “eccezioni” che ogni anno si ripresentano ?

Forse può essere utile pensare ad un piano, una pianificazione per la sicurezza invernale.

Proviamo a fare un primo elenco.

  1. Attrezzature : Tutto l’eventuale occorrente per affrontare un’emergenza invernale. Prima di tutto il sale, ma anche gli attrezzi, eventuali spazzaneve o semplicemente servizi di reperibilità per spazzamento neve.
  2. Personale : Compiti e mansioni dei lavoratori in caso di neve/ghiaccio. Chi si occuperà del sale, chi dei camminamenti, chi stenderà i tappeti antiscivolo, chi farà le ispezioni e i monitoraggi. Ma anche semplicemente chi deve rimanere a casa.
  3. Monitoraggi : chi verifica con regolarità tutti i passaggi pedonali, le porte e i punti più critici per lo scivolamento. E’ un’operazione che deve essere ripetuta durante l’emergenza e che si può implementare fino a controllare le calzature dei lavoratori.
  4. Piano rimozione neve: La neve che cade più o meno ogni anno, può essere visto esattamente un processo come gli altri. Prevedibile, ma anche facile se progettato oggi, al di fuori di ogni criticità. Da inserire nel piano di emergenza.
  5. Formazione lavoratori : Ogni piano, anche il migliore, è solo carta se non condiviso e conosciuto. Formare i lavoratori sulle migliori soluzioni per mantenere buoni livelli di sicurezza anche durante il periodo invernale e le sue peculiarità.
  6. Comunicazione : Nel piano saranno chiare le forme di comunicazione fra tutti gli attori, ma anche come informare i lavoratori dell’ attivazione del piano rimozione neve e ghiaccio.

E’ possibile infine dividere gli ambiti e gli scenari principali, in modo da affrontarli in maniera più organica. Da un lato è necessario occuparsi della struttura e dei luoghi di lavoro. Dall’ altro è fondamentale mantenere le persone in sicurezza, evitando incidenti.

I luoghi di lavoro.

Di solito si inizia con la valutazione delle superfici. È normale valutare i pavimenti, ma è altrettanto importante valutare le zone di carico, gli accessi stradali, i parcheggi. Per quanto banali i tappeti nelle zone di ingresso svolgono un importante compito, quindi è importante verificare che siano presenti su ogni ingresso. Anche l’antiscivolo su scale e pavimentazione può aiutare e molto, non solo per neve e ghiaccio, ma anche semplicemente per la pioggia.

Una volta completato lo stato di tutte le superfici, è consigliabile verificare i sistemi di riscaldamento. Un controllo ed una manutenzione preventiva, riescono spesso ad evitare i blocchi se accadono durante i periodi peggiori ed in grado quasi sempre di bloccare le attività o molto frequentemente all’atto della ripartenza dalle ferie natalizie.

La verifica dei sistemi di riscaldamento, deve essere estesa ai rivelatori di fumo, incendio e monossido di carbonio. Aumentando il tempo di utilizzo delle centrali termiche, aumenta di pari passo la probabilità di eventuale incendio. Continuare le ispezioni mensili/bimestrali/trimestrali su tutti i sistemi antincendio.

La sicurezza funziona bene se viene nominato un responsabile del piano di rimozione neve e ghiaccio. Il lavoratore sarà incaricato di far partire il piano, di fare monitoraggi periodici per tutta la durata dell’ emergenza e di verificare l’esecuzione delle varie attività di salatura, pulizia e ripristino.

Le persone

Il tipico scenario invernale per un HSE manager è l’analisi (l’ennesima) di un infortunio in cui un lavoratore cade sul ghiaccio da e per il luogo di lavoro. La ricerca delle cause spesso viene fermata con le solite affermazioni: abbiamo sparso il sale e pulito il percorso. Evidentemente possiamo fare qualche sforzo ulteriore.

Le organizzazioni multinazionali che operano all’ estero hanno sviluppato da anni una policy per le calzature, che può essere utile implementare nelle regioni italiane più fredde. Stendere una policy scritta ad hoc per le proprie peculiarità.

I passi successivi sono semplici: inserirla tra le procedure aziendali, revisionare il paino di emergenza, renderla disponibile a tutti i lavoratori. La messa a regime di queste azioni, può aiutare a stabilire una volta per tutte che tutte le sneakers, ed in generale tutte le scarpe da tennis, non sono pensate per la neve. Nell’ analisi degli incidenti di cui sopra, le sneakers sono la prima causa. La politica per quanto utile, deve essere comunicata a tutti, occorre garantire che sia stata compresa. Formando e comunicando è anche possibile raccogliere eventuali commenti, domande e proposte di modifica, spesso molto utili. Anche i monitoraggi sulle calzature in uso possono avere risultati tangibili. Assicurarsi che i lavoratori usino calzature adeguate, può anche fornire dati sul recepimento della policy di cui sopra, ma soprattutto fornisce dati sul corretto utilizzo di tutti i DPI forniti ai lavoratori, perché una volta in campo non si controlleranno solo le scarpe. EU OSHA, in un report di informazione del 2015*, sostiene che il costo medio di un infortunio, comprensivo di costi diretti e indiretti si aggiri all’ incirca su 55.000 euro, aggiornabili ai 64.000 di oggi. Un paio di calzature adeguate varia tra i 40 e gli 80 euro. Anche le malattie stagionali, possono avere un peso importante nel bilancio aziendale. Molte organizzazioni offrono gratuitamente vaccini e visite mediche per ovviare ai classici inconvenienti stagionali. Anche in questo caso è possibile prepararsi e fornire risposte alle malattie infettive con semplici misure. Durante la pandemia abbiamo capito che misure semplici come il lavare le mani per 20 secondi, evitare di toccare occhi e viso, starnutire nel gomito, e coprire la tosse, non costa nulla e previene molto. Molto importante anche aumentare le pulizie, le operazioni disinfezione e l’igiene in generale, pulendo tutte le superfici che hanno maggiori e costanti contatti. Infine di grande impatto igienico è il richiedere ai dipendenti sintomatici di rimanere a casa. Meglio uno che molti.

Infine alcool e guida come pericoli primari, maggiormente presenti anche nella stagione invernale, e di cui i lavoratori devono essere costantemente e continuamente informati e formati. 

*The value of occupational safety and health and the societal costs of work-related injuries and diseases. OSHA 2015