Una scheda informativa sulla promozione della salute nei luoghi lavoro
A cura della redazione
L’INAIL, sul proprio sito internet, ha pubblicato una nuova scheda informativa curata del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Istituto assicurativo, che prende in esame la promozione della salute nei luoghi di lavoro, della salute e del benessere psicofisico di lavoratrici e lavoratori.
Gli elementi che la compongono sono indicati nella Dichiarazione di Lussemburgo del 1997, definita nel quadro europeo come lo sforzo congiunto di imprese, addetti e società per migliorare la salute e il benessere dei lavoratori, la Workplace health promotion (Whp).
Per realizzare un ambiente idoneo a garantire la salute e il benessere psicofisico, la fact scheet, ossia la scheda informativa, sottolinea l’opportunità di partire dall’analisi dei bisogni delle persone, individuabili sulla base dell’età, del genere, della nazionalità e dell’etnia.
Oltre a soffermarsi sulle specificità anagrafiche e di genere, la scheda dedica anche un approfondimento specifico alle cause di infortunio che possono interessare i lavoratori stranieri, dalla mancanza di informazioni e formazione all’impiego in settori ad alto rischio, dalle difficoltà di comunicazione provocate da incomprensioni linguistiche ai fattori di stress derivanti da condizioni socio-economiche precarie.
Dalla scheda informativa emerge, inoltre, come la promozione della salute nei luoghi di lavoro comporti un’attenzione continua all’intero processo in cui può articolarsi l’attività professionale, dalla prevenzione al reinserimento lavorativo.
Nella scheda sono riportati anche due esempi di buone prassi aziendali. Il primo è il modello imprenditoriale di Adriano Olivetti, presidente tra il 1938 e il 1960 dell’omonima azienda di macchine da scrivere, esempio di impresa virtuosa fortemente radicata nel territorio del Canavese che ha promosso iniziative che ancora oggi sarebbero considerate all’avanguardia: formazione dei dipendenti a largo raggio, non limitata al solo ambito lavorativo, consultori aperti anche alla comunità, ambulatori pediatrici e servizi sanitari per la maternità, asili nido gestiti con il metodo Montessori, colonie estive, biblioteche, mostre d’arte e case per i lavoratori di elevata qualità ambientale e costruttiva.
Il secondo esempio è quello dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di Ancona. Grazie al programma “Fitness at work”, avviato in via sperimentale nel 2013, i suoi dipendenti, affiancati da fisioterapisti, fruiscono gratuitamente, al di fuori dell’orario di lavoro, di spazi e attrezzi per l’attività fisica. Negli anni successivi la valutazione positiva ricavata dai vari monitoraggi ha portato alla ripetizione del programma, che finora ha coinvolto 160 lavoratori.
Riproduzione riservata ©