In data 5 luglio 2022, il Parlamento europeo ha adottato la risoluzione 279/2022, con il titolo “Salute mentale nel mondo del lavoro digitale” con la quale i deputati europei hanno espressamente manifestato la richiesta di avere più tutele in tema di salute mentale nel complesso sistema di organizzazioni ed aziende che afferisce al mondo digitale.

La salute mentale è un diritto umano fondamentale insieme alla dignità e al diritto all’integrità della persona e l’attuale deregulation post pandemica applicata al mondo digitale, può avere rischi e ripercussioni sui lavoratori digitali.

Il Parlamento europeo ha adottato, nel corso di questo mese, la risoluzione denominata “Salute mentale nel mondo del lavoro digitale”.

La risoluzione è frutto di un lavoro che parte dall’ampio spettro di dati ricevuti (ed elencati nella premessa della risoluzione) e dalle considerazioni fatte e ricevute in epoca post pandemica.

 

La pandemia ha innegabilmente avuto ripercussioni sulle pratiche organizzative e gestionali e ha modificato le condizioni di lavoro per molti lavoratori in Europa, con conseguenze relative all'orario di lavoro, al benessere e all'ambiente di lavoro fisico.

 

Riflettendo in merito a tutto quello che è stato sperimentato durante il periodo pandemico, con l’adozione su larga scala del lavoro digitale ed in assenza proprio a causa dell’ emergenza in atto, di luoghi fisici dedicati e/o ad esempio di una regolamentazione degli orari di lavoro.

 

E’ in atto una rivoluzione del mondo del lavoro, che ha comportato il telelavoro su larga scala, con conseguenze positive quali una maggiore flessibilità e autonomia e, in alcuni casi, un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata.

Tuttavia, questi effetti positivi non superano sempre le conseguenze negative come l'iperconnessione, una distinzione meno netta tra vita professionale e vita privata, orari di lavoro più estesi e lo stress da tecnologia.


Secondo le indagini di Eurofound sulla COVID-19, la pandemia ha posto molte sfide per i lavoratori a distanza e sebbene il notevole incremento del telelavoro può essere un vantaggio per i lavoratori e le imprese, il diritto alla salute fisica e mentale deve essere preservato e promosso anche in tale contesto.

 

Il Parlamento europeo, in anticipo sugli stati membri, con questa risoluzione vuole offrire una serie di proposte concrete e di esplicite richieste.
La constatazione è semplice : i rischi psicosociali sono sempre più diffusi e sono associati/associabili al telelavoro. Per contro nel post-pandemia, i dati sulla salute mentale dei cittadini europei e di conseguenza dei lavoratori ed in particolare dei giovani, appaiono allarmanti. I fattori sono molteplici, ma tutti direttamente o indirettamente collegati al COVID 19.

 

Partendo quindi da queste considerazioni di base, si arriva facilmente a condividere che i rischi psicosociali possono comportare esiti psicologici, fisici e sociali negativi quali ansia, burnout o depressione legati al lavoro, ed aggravare un quadro esistente già complesso.

 

La risoluzione si spinge con un approccio proattivo ad elencare le diverse condizioni di lavoro che comportano e/o possano comportare rischi psicosociali, tra cui:

·        carichi di lavoro eccessivi,

·        richieste contrastanti,

·        mancanza di chiarezza sul proprio ruolo,

·        mancanza di coinvolgimento nelle decisioni che riguardano i lavoratori stessi,

·        mancanza di influenza sul modo in cui viene svolto il lavoro,

·        cambiamenti organizzativi mal gestiti,

·        precarietà del lavoro,

·        comunicazione inefficace,

·        mancanza di supporto da parte dei dirigenti o dei colleghi,

·        molestie psicologiche e sessuali

·        violenza da parte di terzi.

 

Il Parlamento europeo invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a riconoscere la portata dei problemi di salute mentale legati al lavoro in tutta l'UE e a impegnarsi fortemente per regolamentare e attuare un mondo del lavoro digitale che contribuisca alla prevenzione dei problemi di salute mentale, alla tutela della salute mentale e dell'equilibrio tra attività professionale e vita privata, nonché al rafforzamento dei diritti di protezione sociale sul luogo di lavoro;

Chiede di avviare un dialogo e lavorare in questa direzione di concerto con i rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori, compresi i sindacati; insiste, a tale proposito, sull'essenziale necessità di adottare piani di prevenzione dei rischi per la salute mentale in tutti i luoghi di lavoro.

 

Infine pone attenzione ai nuovi scenari sottolineando che la tecnologia e l'IA sul posto di lavoro non dovrebbero mai essere utilizzate a scapito della salute mentale e del benessere dei lavoratori, e  osserva che la diffusione dell'IA sul posto di lavoro non deve comportare un monitoraggio eccessivo in nome della produttività né una sorveglianza dei lavoratori.

 

La risoluzione chiude con una serie di richieste importanti:

 

1.      Invitando i luoghi di lavoro a garantire che i dipendenti dispongano di un sostegno e di soluzioni accessibili, professionali e imparziali in materia di salute mentale

2.      Consigliando a lanciare iniziative di educazione e sensibilizzazione sulla salute mentale sul luogo di lavoro e nei programmi scolastici

3.      Invitando gli enti locali e altre autorità pubbliche competenti dispongano di personale e risorse pubbliche sufficienti per fornire supporto e servizi di salute mentale a chiunque ne abbia bisogno.

4.      Riconoscendo che la mancanza di dati statistici sulla diffusione dei problemi di salute mentale sul luogo di lavoro, in particolare per le PMI e i relativi titolari e per i lavoratori autonomi, incide sulla necessità di adottare provvedimenti urgenti.

5.      Invitando a valutare la possibilità di creare servizi locali o regionali di intermediazione per i rischi psicosociali, che offrano consulenza e supporto tecnico ai lavoratori autonomi e ai datori di lavoro.

6.      Sottolineando che la salute mentale dei giovani è notevolmente peggiorata durante la pandemia e che le giovani donne e i giovani in situazioni emarginate sono stati colpiti più duramente;

7.      Il parlamento stesso si rammarica che i giovani non siano i destinatari di investimenti nella ricerca sulla salute mentale, nonostante gli evidenti benefici a lungo termine che avrebbe un intervento precoce.

8.      Invitando infine la Commissione e gli Stati membri, in collaborazione con il Parlamento e nel rispetto del principio di sussidiarietà, a proporre un quadro giuridico comune per garantire un'equa remunerazione per i tirocini e gli apprendistati, al fine di evitare pratiche di sfruttamento.

 

 

Fonte: Parlamento Europeo

 In allegato : la risoluzione