L’EU-OSHA ha pubblicato in questi giorni un documento che riporta dati quantitativi e qualitativi relativi alla situazione europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro, in particolare l’effetto dei nuovi progressi e tecnologie sul mondo del lavoro dagli anni 2000 circa ad oggi.

Nonostante i progressi compiuti in tale ambito, negli Stati Membri dell’UE negli ultimi tre decenni, alcune aree necessitano ancora di miglioramenti. Se da una parte è diminuito il tasso degli infortuni derivanti da rischi per la sicurezza, dall’altra sono aumentati i fattori di stress psicosociali ed emotivi che incidono sul benessere dei lavoratori. Allo stesso tempo permangono ad un livello elevato e stabile i rischi fisici ed ergonomici.

Cosa tratta

La legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro (SSL) ha subito un importante ammodernamento a partire dalla metà degli anni ’80.

Standard di sicurezza e salute più elevati, migliori tecnologie di prevenzione e gestione della SSL, una migliore formazione e istruzione dei professionisti della SSL e il progresso scientifico, tecnico e medico hanno contribuito notevolmente a migliorare tutto questo campo.

Ne sono la dimostrazione anche i dati relativi agli infortuni sul lavoro: dal 1998 al 2019 il tasso di quelli non mortali è diminuito del 58% mentre per mortali arriviamo al 57% di riduzione.

Tuttavia non possono essere sottovalutati gli infortuni gravi non mortali che comportano tuttora un’importante perdita di vite umane e un gravoso carico economico; basti pensare che nel 2019, 232.892 infortuni sul lavoro hanno comportato un'assenza superiore a tre mesi o hanno causato un'invalidità permanente, a fronte di 3.008 infortuni mortali.

Anche per le malattie professionali abbiamo assistito allo stesso andamento degli infortuni, secondo Eurostat la diminuzione di alcune delle principali malattie riconosciute è dovuta a misure tecniche di prevenzione e allo spostamento della forza lavoro verso settori con esposizioni meno “classiche” e relative malattie professionali riconosciute.

In merito allo sviluppo negli anni delle condizioni di lavoro, la relazione sottolinea che i cambiamenti delle mansioni lavorative e della forza lavoro tra i settori, il progresso tecnologico e lo sviluppo di livelli di competenze più elevati hanno portato a una minore occupazione nelle lavorazioni manuali e a una maggiore occupazione nelle attività amministrative (impiegatizie, professionali, manageriali, ecc.) nonché in attività orientate al cliente e comunicative.

Di conseguenza, questi sviluppi hanno causato uno spostamento dei rischi verso sfide psicosociali ed emotive e una minore attività fisica; i rischi per la SSL per queste occupazioni, gradualmente ma anche in modo significativo, sono passati dai rischi per la sicurezza ai rischi per la salute.

La tendenza verso sfide più psicosociali ed emotive sul lavoro non significa che le esposizioni "classiche" o il lavoro ergonomicamente gravoso siano scomparsi. C'è un gran numero di lavoratori in tutti i settori - tra il 40% e il 75% secondo i dati ESENER e EWCS - che segnalano rischi ergonomici quali movimenti ripetitivi, movimentazione manuale di carichi gravosi, movimentazione di pazienti.

Una quota abbastanza costante di lavoratori, tra il 15 e il 30 % a seconda del settore secondo EWCS, denuncia l'esposizione a rischi fisici come rumore, vibrazioni, alte o basse temperature e ad agenti chimici e biologici.

Esistono differenze significative anche tra i paesi dell'Europa orientale / meridionale e centrale / settentrionale / occidentale. Maggiori rischi fisici ed ergonomici (ad eccezione dell'inattività) sono segnalati

dagli Stati membri dell'UE orientali e meridionali, ma maggiori esigenze emotive (ad es. clienti difficili, scarsa comunicazione e orari di lavoro prolungati) nei paesi dell'Europa settentrionale e centrale.

Negli ultimi 15 anni la struttura della forza lavoro è inoltre cambiata dal punto di visa della composizione: sono aumentate le lavoratrici occupate (dal 61,2 % nel 2005 al 67,9 % nel 2019) ma anche i lavoratori anziani (tra i 55 e i 54 anni) ed è aumentata la quota di personale proveniente da altri Paesi (ad oggi rappresentano il 12% della forza lavoro dell’UE).

Non solo, è cambiata l’organizzazione del lavoro infatti sono aumentate le tipologie di lavoro “non standard”, come il part-time, l’interinale, lo stagionale, il lavoro autonomo, lo smart working, il telelavoro: questo ha determinato un rapporto datore di lavoro – lavoratore sempre meno semplice, anche e soprattutto per gli organi di controllo che fanno sempre più fatica a monitorare la presenza di lavoro nero o le carenze in materia di SSL.

Quando entra in vigore

La relazione EU-OSHA è stata pubblicata il 15 Maggio 2023 e rappresenta un documento informativo sullo stato attuale dell’andamento della SSL in Europa.

Indicazioni operative

Con l'evoluzione delle relazioni tra datori di lavoro e lavoratori e il cambiamento delle responsabilità di ciascuno, le misure future potrebbero concentrarsi su diversi aspetti, tra cui una nuova definizione di "lavoro" o "occupazione" e interventi innovativi per garantire la SSL, per integrare l'attuale attenzione al miglioramento dell'informazione e al rafforzamento dell'auto-responsabilità. È fondamentale proseguire gli sforzi per una visione più chiara della ricerca e delle statistiche sul lavoro sommerso o illegale.

Sebbene la situazione generale in materia di SSL sia per lo più sconosciuta, le condizioni di lavoro in questo caso sono generalmente considerate peggiori rispetto a quelle dei dipendenti con contratti regolari.

L’attenzione sarà rivolta inoltre alla quota sempre crescente di attività lavorative che comportano o addirittura richiedono inattività fisica, infatti l'impatto di questa inattività può essere visto nel significativo aumento di alcune malattie diffuse o fattori patologici come l'obesità.

Va inoltre tenuto conto che si possono osservare notevoli differenze tra gli Stati membri dell'UE per quanto riguarda diverse condizioni di lavoro. Secondo i dati sull'autovalutazione dei rischi da parte dei lavoratori, gli Stati membri orientali ottengono risultati peggiori in termini di rischi fisici sul lavoro, benessere e aspettative di vita lavorativa in termini di capacità sanitarie previste. Seguono gli Stati membri meridionali, mentre gli Stati membri centrali, occidentali e settentrionali ottengono risultati migliori. In termini di rischi psicosociali, la situazione è invertita con gli Stati membri centrali, occidentali e settentrionali che segnalano l'onere più elevato sul lavoro.

A seguito delle preoccupazioni etiche circa l'iniqua ripartizione dei rischi di SSL nelle catene di approvvigionamento globali, l'ILO ha dichiarato la SSL uno dei principi e dei diritti fondamentali nel lavoro. Sebbene importanti azioni e iniziative (accordi, convenzioni, programmi governativi e commerciali) abbiano avuto un effetto sulla situazione generale, il loro impatto rimane ancora limitato su scala internazionale. I dati indicano che le imprese dell'UE esternalizzano nei paesi in via di sviluppo industrie e servizi con elevati rischi di SSL, come l'estrazione mineraria, i processi metallurgici e il trattamento di rifiuti pericolosi, prodotti chimici e tessili. Sono necessari sforzi più completi e coordinati per garantire spazi di lavoro e condizioni dignitosi, sicuri e sani a livello globale.

 

Si rimanda alle pubblicazione EU-OSHA sul tema, in allegato, per ulteriori dettagli.