Rivelati i dati riguardanti le malattie asbesto-correlate riconosciute dall’ Inail
A cura della redazione
Pubblicato da parte di INAIL un opuscolo informativo in cui vengono divulgati i dati statistici riguardanti le malattie asbesto-correlate
Cosa tratta?
L’opuscolo nasce dalla necessità di divulgare dati statistici riguardanti le malattie asbesto-correlate riconosciute dall’ Inail e le rendite a favore dei soggetti colpiti dalle suddette malattie e dei loro superstiti, nonché le prestazioni del Fondo per le vittime dell’amianto.
L’analisi dell’andamento delle malattie da amianto e delle variabili tipo di malattia (classe ICD-10), genere, grado di menomazione, settore di attività e territorio fornisce un quadro statistico fruibile dai soggetti coinvolti a vario titolo nella “questione amianto”. I dati fanno riferimento agli archivi Open Data Inail e ai Monitoraggi Inail del Fondo per le vittime dell’amianto.
L'amianto è uno dei più importanti agenti cancerogeni professionali, causando circa la metà dei decessi per cancro professionale, per garantire una maggior tutela ai malati affetti da patologie legate all’amianto, la Legge 24 dicembre 2007, n. 244 ha istituito presso l'Inail il "Fondo per le vittime dell'amianto". I beneficiari del Fondo sono i titolari di rendita diretta ai quali sia stata riconosciuta dall'Inail una patologia asbesto-correlata per esposizione all'amianto e i titolari di rendita a superstiti dei lavoratori vittime dell'amianto individuati ai sensi dell'art. 85 del Testo Unico e successive modifiche ed integrazioni.
La fonte dei dati esposti è l’Open data Inail, sezione malattie professionali, tabelle nazionali con cadenza semestrale.
Lavoratori con malattie professionali asbesto-correlate riconosciute per anno di protocollo, genere e classe di menomazione |
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Anno di protocollo |
Fino al 50% |
51-100% |
Esito mortale |
Totale |
2017 Di cui femmine |
881 14 |
102 7 |
777 42 |
1.760 63 |
2018 Di cui femmine |
816 17 |
128 14 |
690 31 |
1.634 62 |
2019 Di cui femmine |
898 14 |
166 11 |
653 43 |
1.717 68 |
2020 Di cui femmine |
546 14 |
144 10 |
396 22 |
1.086 46 |
2021 Di cui femmine |
411 12 |
268 20 |
269 12 |
948 44 |
Nel quinquennio 2017-2021 mediamente ogni anno i lavoratori affetti da patologie asbesto correlate a cui è stata riconosciuta dall’Inail l’origine professionale sono stati 1.429, poco più di 1.700 nel triennio più consolidato 2017-2019.
Nel triennio 2017-2019, le patologie più riconosciute, con circa 600 casi l’anno, sono “Tumore maligno di tessuto mesoteliale e dei tessuti molli” (codifica ICD-10 C45-C49, “mesotelioma della pleura” in particolare); seguono le “Altre malattie della pleura” con circa 580 casi l’anno, le “Malattie polmonari da agenti esterni” e i “Tumori maligni dell'apparato respiratorio e degli organi intratoracici” entrambi i gruppi di patologie con circa 270 riconoscimenti l’anno.
Per territorio di residenza del tecnopatico e per l’anno di protocollazione 2021, i casi riconosciuti sono così distribuiti: il 32% nel Nord-Ovest (Lombardia 148 riconoscimenti, Piemonte 83), il 31% nel Mezzogiorno (la Campania con 169 riconoscimenti è la regione con il maggior numero in Italia), il 25% nel Nord-Est (Friuli Venezia Giulia 109 malattie professionali riconosciute, Veneto 76) ed infine il 12% nel Centro (Toscana in larga parte con 72 riconoscimenti).
Il Fondo vittime dell’amianto finanzia l’erogazione di un indennizzo economico destinato ai titolari di rendite riconosciute dall’Inail per malattie correlate all’esposizione all’amianto e, in caso di morte, in favore dei titolari di rendita a superstiti. La prestazione è aggiuntiva alla rendita Inail ed è fissata in una misura percentuale della rendita di inabilità permanente o in favore dei superstiti. A decorrere dal 1° gennaio 2021 la misura percentuale è stata “stabilizzata” pari al 15% della rendita. Dall’anno 2015 la tutela del Fondo vittime dell’amianto è prevista anche per i malati di mesotelioma per esposizione all’amianto riconducibile a “rischio ambientale” o a “esposizione familiare” e ai loro eredi. La prestazione economica erogata è una tantum e pari a euro 10.000 (legge n. 8 del 28/2/2020).
Sono passati trent’anni da quando l’Italia ha messo al bando l’amianto con la legge 257/92 e, nonostante ciò, i danni che questo materiale provoca sulla salute dell’uomo sono ancora evidenti.
Quando entra in vigore?
Il documento è stato pubblicato il 4 novembre 2022.
Indicazioni operative
Prima di intraprendere lavori di demolizione o di manutenzione, il datore di lavoro adotta, anche chiedendo informazioni ai proprietari dei locali, ogni misura necessaria volta ad individuare la presenza di materiali a potenziale contenuto d’amianto.
Nella valutazione dei rischi il datore di lavoro valuta i rischi dovuti alla polvere proveniente dall’amianto e dai materiali contenenti amianto, al fine di stabilire la natura e il grado dell’esposizione e le misure preventive e protettive da attuare.
Il datore di lavoro effettua nuovamente la valutazione ogni qualvolta si verifichino modifiche che possono comportare un mutamento significativo dell’esposizione dei lavoratori alla polvere proveniente dall’amianto o dai materiali contenenti amianto.
Prima dell’inizio dei lavori, il datore di lavoro presenta una notifica all’organo di vigilanza competente per territorio. Tale notifica può essere effettuata in via telematica, anche per mezzo degli organismi paritetici o delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro.
In tutte le attività, la concentrazione nell’aria della polvere proveniente dall’amianto o dai materiali contenenti amianto nel luogo di lavoro deve essere ridotta al minimo e, in ogni caso, al di sotto del valore limite fissato a 0,1 fibre per centimetro cubo di aria.
Al fine di garantire il rispetto del valore limite fissato e in funzione dei risultati della valutazione iniziale dei rischi, il datore di lavoro effettua periodicamente la misurazione della concentrazione di fibre di amianto nell’aria del luogo di lavoro.
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