L'equilibrio tra benessere fisico, mentale e sociale dei dipendenti è essenziale per prevenire incidenti e infortuni.

Cosa tratta

Il concetto di salute, intesa quale “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità” rappresenta la garanzia di un approccio globale per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Da tale definizione, riportata all’art.2 del Decreto legislativo 81 del 2008, si evince l’importanza di valutare e gestire tutti i rischi per tutela la salute e sicurezza dei lavoratori.

I rischi psicosociali in ambiente lavorativo rappresentano un tema rilevante nel panorama della sicurezza sul lavoro moderno, rientrando, secondo l’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro tra i rischi emergenti 

Con il termine rischi psicosociali vengono indicati quei rischi che: “si riferiscono alle interazioni tra l’ambiente di lavoro, il contenuto del lavoro, le condizioni organizzative, le capacità, i bisogni, la cultura e le considerazioni personali extra-lavorative dei lavoratori che possono, attraverso le percezioni e l’esperienza, influenzare la salute, le prestazioni lavorative e la soddisfazione lavorativa.”

I rischi psicosociali più tipici sono i carichi, i ritmi di lavoro eccessivi e i comportamenti sociali ostili, come la violenza o le molestie, che aumentano la probabilità di infortuni, in quanto possono portare a comportamenti che mettono in pericolo la vita del lavoratore o di chi li sta intorno. In qualsiasi luogo di lavoro possono esserci rischi psicosociali nocivi

A seguito di inadeguate modalità di progettazione, organizzazione, gestione del lavoro e un contesto lavorativo socialmente mediocre possono derivare i rischi psicosociali, con conseguenze psicologiche, fisiche e sociali: stress, burnout o depressione. I danni legati a tali condizioni psicologiche hanno ricadute sull’organismo umano: dal sistema cardiovascolare al sistema endocrino-metabolico, aumento dei tassi di incidenti e moltiplicazione degli infortuni. Per cui tali condizioni influiscono sulla produttività, in quanto possono essere la causa di assenze prolungate dal lavoro.

Indicazioni Operative

L’ambiente di lavoro rappresenta un serbatoio di vari agenti stressogeni lavorativi sia fisici sia psicologici, per cui risultano di fondamentale importanza delle azioni di valutazione e gestione di tutti i rischi.

 La gestione dei rischi psicosociali non rappresenta un dovere morale, ma un obbligo di legge previsto dal D.lgs. 81 del 2008: Il Datore di lavoro è infatti tenuti a valutare e gestire adeguatamente anche i rischi collegati allo stress lavoro-correlato e i rischi connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale. Rappresenta un processo molto delicato, in cui è fondamentale coinvolgere i lavoratori e il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, poiché conoscono meglio i problemi che possono insorgere sul loro luogo di lavoro e il loro coinvolgimento si è rivelato un fattore positivo nella lotta contro i rischi psicosociali sul lavoro.

La valutazione del Rischio, come tutti gli altri deve essere revisionata nei casi in cui è presente l’introduzione di nuove procedure o tecnologie; a seguito di eventi significativi come incidenti gravi, mobbing o burnout o altri eventi traumatici; periodicamente e su richiesta del RLS.

Adottando il giusto approccio, i rischi psicosociali possono essere gestiti con successo, a prescindere dalle dimensioni o dal tipo di impresa, contribuendo a diminuire l’indice di infortuni e l’assenteismo dal posto di lavoro.