Una nuova scheda informativa dell’INAIL si sofferma sull’esposizione occupazione ad endotossine aerodisperse, in particolare i settori lavorativi coinvolti, le proposte di metodologie di campionamento e analisi, i limiti di esposizione e le misure di prevenzione e protezione.

Cosa tratta?

L’INAIL torna a parlare nuovamente del rischio biologico occupazione relativo all’esposizione a endotossine aerodisperse, ovvero sostanze tossiche localizzate nella membrana esterna dei batteri Gram-negativi, che vengono rilasciate nell’ambiente.

L’Agenzia Europea per la sicurezza e salute sul lavoro (Eu-Osha) annovera tale rischio tra i primi 10 rischi biologici emergenti a seguito dell’ampliamento della platea di popolazione a rischio e della segnalazione di effetti clinici più severi.

Tra gli effetti legati a quest’esposizione vi sono reazioni infiammatorie e tossiche a carico dell’apparato respiratorio, causa di febbre, tosse, e alterazioni delle funzioni polmonari con complicanze respiratorie quali respiro affannoso e insufficienza toracica. E in particolare, tra gli altri effetti avversi, sono stati segnalati “la sindrome tossica da polvere organica (ODTS), diminuzione del volume espiratorio forzato in 1s (FEV1), aumento dei sintomi asmatici”. Le “esposizioni prolungate possono avere effetti a lungo termine (es. bronco-pneumopatia cronica ostruttiva - BPCO) ed effetti letali conseguenti a shock settico e insufficienza funzionale di alcuni organi”.

Le endotossine possono essere riscontrate in tutti quei settori occupazionali caratterizzati dalla ingente presenza di materiale biologico, la cui manipolazione contribuisce allo sviluppo di polveri organiche, di cui esse sono una componente biologicamente attiva.

Tra i settori lavorativi coinvolti, vengono annoverati:

  • Trattamento rifiuti solidi urbani: Raccolta, trasporto, riciclo, attività in discarica e compostaggio;
  • Trattamento acque reflue: Attività in fogne e impianti di depurazione;
  • Agricoltura: coltivazioni in serra, utilizzo di compost, coltivazione, raccolta, pulitura e cernita di cereali;
  • Zootecnica: allevamento di animali;
  • Stabulazione di roditori: manipolazione delle lettiere;
  • Industrie alimentari: macellazione, lavorazione di cereali, produzione di mangimi e farine;
  • Industrie tessilireparazione e filatura di cotone, lana, canapa;
  • Industrie del legno: taglio e piallatura.

Attualmente non vi sono procedure di rilevamento standardizzate e universalmente condivise, se non la norma EN 14031:2021 che definisce “i metodi per la determinazione di endotossine aerodisperse e indica i requisiti generali per il campionamento, trasporto, stoccaggio e analisi dei campioni”.

Anche per quanto riguarda i limiti di esposizione, questi attualmente non sono presenti ma si utilizzano quelli riportati in letteratura.

Per i dettagli su questi ultimi due aspetti si rimanda al factsheet INAIL allegato al presente articolo.

Quando entra in vigore

Il documento informativo INAIL rappresenta un valido strumento di spunto per condurre una corretta valutazione del rischio biologico in ambito lavorativo ai sensi dell’art. 271 del D. Lgs. 81/08.

Indicazioni operative

Le misure di prevenzione e protezione da attuare per ridurre tale rischio variano in base al settore di riferimento:

  • In ambienti confinati le misure tecniche devono avere lo scopo di contenere i livelli di polveri organiche aerodisperse “attraverso idonei ricambi d’aria e/o sistemi di trattamento ed eventualmente di ventilazione forzata e aspirazioni dell’aria localizzate in punti critici. Tali sistemi devono essere progettati e sottoposti a manutenzioni periodiche”.
  • Nelle attività ad alto rischio di esposizione si dovrebbe limitare il numero di lavoratori addetti, i tempi di permanenza e, ove possibile, automatizzare i pocessi di lavoro (es. distribuzione automatica dei mangimi) e utilizzare barriere o veicoli cabinati;
  • In ambienti altamente contaminati, come le stalle, è auspicabile l’utilizzo di griglie di drenaggio della pavimentazione e di lettiere prive di polvere (es. paglia);

In generale rimane di fondamentale importanza garantire misure igieniche adeguate ad ambienti, mezzi e attrezzature e erogare formazione e informazione tutti i lavoratori sui rischi connessi alla loro attività, sulla necessità del corretto utilizzo dei DPI delle vie respiratorie e sui piani di emergenza.