Il Ministero del lavoro ha reso disponibile una sintesi dei tre distinti schemi di decreti legislativi, approvati in data 12 maggio 2017 dal Consiglio dei Ministri, con cui si è provveduto alla riforma del Terzo Settore (Codice del Terzo Settore, Impresa Sociale e Cinque per mille).

Innanzitutto, si sottolinea che è stato adottato un codice del Codice del Terzo Settore attraverso il quale si introduce una disciplina uniforme per gli Enti di Terzo Settore (ETS), sia per la parte civilistica che per quella fiscale. Le novità principali riguardano: 1) l’acquisizione facilitata della personalità giuridica per le Associazioni; 2) l’ampliamento dei settori di attività di interesse generale in cui possono operare gli Enti Terzo Settore (ETS); 3) la nascita delle Reti associative; 4) l’istituzione e la regolamentazione del Nuovo Registro Unico del Terzo Settore; 5) la riforma dei Centri di Servizio per il Volontariato; 6) la nascita di un Fondo per sostenere i progetti e le iniziative degli ETS; 7) una riforma del regime fiscale degli Enti di Terzo Settore; 8) l’introduzione di un “social bonus” per la valorizzazione degli immobili pubblici destinati agli Enti di Terzo Settore; 9) la nascita dei “titoli di solidarietà” quali strumenti per orientare il risparmio verso le opere degli Enti di Terzo Settore; 10)un aumento delle detrazioni e deduzioni per le erogazioni liberali destinate agli ETS; 11) l’abolizione della tassa di registro per le transazioni di immobili di una parte degli Enti di Terzo Settore.

Circa l’impresa sociale le novità sono: 1) ampliamento dei campi di attività; 2) introduzione della possibilità di ripartire, seppur in forma limitata, gli utili; 3) misure fiscali agevolative per chi investe nel capitale sociale delle imprese sociali e defiscalizzazione degli utili reinvestiti.

Per quanto riguarda il Cinque per mille, si segnalano i seguenti aspetti: 1) accesso al beneficio del cinque per mille attraverso l’iscrizione nel Registro Unico del Terzo Settore; 2) accelerazione delle procedure di erogazione dei contributi; 3) introduzione di una soglia minima dell’importo erogabile sulla base delle scelte del contribuente e modalità di riparto dell’inoptato; 4) trasparenza delle informazioni sull’utilizzo del contributo ricevuto, sia per i beneficiari che per l’Amministrazione erogatrice.