E' allo studio l'ipotesi di livellare lo scalone indicato nella riforma pensionistica dell'ex ministro Maroni. Per gli anni 2006 e 2007 si continuerebbe a seguire il programma della Riforma Dini ( legge n. 335/1995) attraverso la quale la pensione di anzianità si otterrebbe con un minimo di 35 anni di contributi e almeno 57 anni di età (58 per i lavoratori autonomi), oppure con almeno 39 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica. Con la riforma dal 2008 lo scenario dovrebbe cambiare, la pensione di anzianità si otterrebbe con 35 anni di contributi e almeno 60 anni di età anagrafica sia per gli uomini che per le donne, oppure con 40 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica. Successivamente l'età anagrafica salirà a 61 dal 2010 al 2013, per fermarsi a 62 anni nel 2014 mentre per i lavoratori autonomi l'età resterà più elevata di un anno. L'ipotesi allo studio porterebbe a questo scenario: - 35 anni di contributi e 58 anni di età (59 per gli autonomi) a partire dal 1 gennaio 2008 al 30 giugno 2009; - 35 anni di contributi e 59 anni di età (60 per gli autonomi) a partire dal 1 luglio 2009 al 31 dicembre 2010; - 35 anni di contributi e 60 anni di età (61 per gli autonomi) a partire dal 1 gennaio 2011 al 30 giugno 2012; - 35 anni di contributi e 61 anni di età (62 per gli autonomi) a partire dal 1 luglio 2012 al 31 dicembre 2013; - 35 anni di contributi e 62 anni di età 63 per gli autonomi) a partire dal 1 gennaio 2014; fermo restando il requisito alternativo dei 40 anni di contribuzione indipendentemente dall'età anagrafica.